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Tredici lame

Kadir, primavera del 566. Nel cerchio di scherma il colonnello Glokta inscena la sua solita pièce: sorridendo si muove danzando e conferma ancora una volta a tutti la sua “duplice reputazione di spadaccino e commediante più celebre dell’Unione”. I colonnelli Poulder e Kroy lo incitano a suon di lusinghe, Lord Varuz dondola compiaciuto sulla sedia pieghevole dalla quale assiste allo spettacolo e Salem Rews ‒ combattuto tra l’ammirazione per quella esibizione affascinante e la vergogna per la consapevolezza di non essere all’altezza di simili imprese ‒ butta ogni tanto l’occhio al di fuori della mischia. Laggiù, mentre i capitani oziano ridacchiando allo spettacolino di Glotka e del suo sfortunato avversario tracannando vino, là nella valle arsa dal sole il contingente principale dell’esercito dell’Unione arranca faticosamente... Westport, autunno del 573. Shev si reca come ogni mattina ad aprire la sua fumeria trovando già ad attenerla Severard, il ragazzo tuttofare che l’aiuta a tenere in ordine il locale. Con lui una donna, senza sensi e palesemente ubriaca, la mascella robusta, l’incarnato pallido ma chiazzato di croste, lividi e graffi. Sembra aver subito un brutto pestaggio e Shev, proprio perché sa cosa si prova ad essere picchiate a sangue, decide di adagiarla sul suo letto e lasciarla riposare. Non sa ancora che Javre ‒ questo è il nome della donna sconosciuta ‒ la salverà da Crandall e dai suoi scagnozzi, restituendole così la gentilezza ma costringendo Shev, la migliore ladra di Westport, alla fuga... Carleon, estate del 570. Bethod accarezza il sogno della pace. Finalmente, dopo guerre e faide interne, dopo tutti i debiti di sangue pagati c’è la possibilità concreta di garantire al paese un lungo e duraturo periodo di pace. L’unico ostacolo è costituito dall’iroso Sonaglio che ha giurato battaglia eterna finché Bethod non sarà morto. Ma adesso che il figlio di Sonaglio è stato fatto prigioniero da Novedita ‒ amico di vecchia data del re ‒ le sorti della guerra potrebbero mutare...

Chi, dopo la parentesi della Trilogia del mare infranto, ha atteso con trepidazione il ritorno delle storie del Mondo Circolare non può lasciarsi sfuggire questi tredici racconti pubblicati in Italia da Mondadori e che costituiscono ad oggi gran parte della narrativa breve di Joe Abercrombie. I nostalgici di Bethod o di Novedita il Sanguinario gongoleranno come bambini nel ritrovare gli stessi luoghi e le stesse atmosfere in cui lo scrittore inglese ha ambientato la trilogia che l’ha reso famoso anche in Italia. Sono racconti apparsi su antologie con testi di diversi autori ma con un unico tema portante o con la stessa tipologia di personaggio. Le storie qui raccolte, tutte contraddistinte dalla prosa arguta e dallo black humour ai quali Abercrombie ci ha da tempo abituato e per i quali lo amiamo, arricchiscono le vicende narrate nel ciclo de La prima legge ma al tempo stesso – come l’autore ha spiegato recentemente in occasione della presentazione del libro ai lettori italiani ‒ costituiscono una sorta di contesto, di sfondo per presentare punti vista mancanti nei romanzi e che pongono gli eventi sotto una luce diversa. Ecco che allora incontriamo alcuni dei personaggi principali della trilogia da giovani o prima di disgrazie che ne rovineranno l’esistenza (il colonello Glokta, che apre l’antologia con il suo spettacolino di scherma non è ancora l’inquisitore deforme e malvagio de Il richiamo delle spade). Alcuni protagonisti invece sono nuovi: è il caso di Shev e Javre, coppia improbabile di donne ‒ la prima una ladra (a sua detta la migliore di tutta la Styria) che cerca sempre di rigare dritto senza mai riuscirci; la seconda “una specie di Conan il Barbaro al femminile con la tendenza a risolvere tutti i problemi a cazzotti”‒ che ricalca lo sword & sorcery classico. Abercrombie è un fan dichiarato di Fritz Leiber e delineando i personaggi femminili di Shev e Javre ammette di essersi fortemente ispirato ai Fafhrd e Gray Mouser di Leiber. Lo svilupparsi della storia della coppia, non senza pestaggi e fughe rocambolesche, finisce per diventare il fil rouge di tutti i racconti offrendo loro una sorta di unità narrativa; fino alla fine, fino al colpo di scena che non possiamo anticipare ma che farà sghignazzare letteralmente i fan di Novedita il Sanguinario.