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Trigoria - La tana dei lupi

Trigoria - La tana dei lupi

“I ricordi sono troppi. Impossibile anche una sintesi”: sono le parole con le quali si apre la prefazione di Francesco Totti al libro di Paolo Assogna. Lo storico capitano della Roma definisce il centro sportivo Fulvio Bernardini (questo il nome esatto della “casa” della squadra della Capitale) “il luogo dei sogni realizzati”, ma è il giornalista di Sky a raccogliere “storie, aneddoti, personaggi e ricordi del centro più maggico d’Italia”, come recita la copertina del libro edito da Cairo Editore nella collana sportiva curata da Gianluca Di Marzio. “Quarant’anni di storia giallorossa” attraversati in cinquanta capitoli dedicati ai Presidenti più importanti, gli allenatori e i capitani, gli amici e i ‘nemici’, ma anche ai grandi stranieri e una serie di personaggi chiave come guardiani, custodi, cuochi o il leggendario Peppe Ragno, pronto a sedersi sugli irrigatori del campo per evitare che l’acqua rovinasse l’abito del Presidente. Facce diverse e complementari di uno stesso prisma, spesso protagonisti dei tanti dietro le quinte che sorprenderanno e divertiranno anche i tifosi più accaniti, come quelli della ramanzina di Pallotta a Walter Sabatini o degli scherzi di Cassano e Montella, dei What If…? di Cosmi e Trapattoni, o di quando il grande Liddas portò tutti a vedere la Lazio al Flaminio…

Tra cronaca giornalistica e racconto agiografico, il viaggio costruito da Assogna è un dovuto omaggio a uno dei luoghi più iconici e citati del calcio italiano, spesso - come dice lui – “con inutile snobismo”. Il fulcro ideale per raccordare le tante testimonianze raccolte su momenti entrati nel mito, non solo romanista, e personaggi rimasti indimenticabili per molti sportivi italiani; e insieme l’occasione per una interessante e sentita riflessione sul (anche nostro) rapporto con la stampa, contesto che l’autore vive e conosce bene e nel quale ha trovato gran parte delle storie presentate. Che si siano vissuti o meno quegli anni, la mole di materiale e i ricordi rendono il complesso ricco e la lettura piacevole, anche nei capitoli più confusi o troppo interlocutori che a tratti rischia di far percepire come frammentaria l’esposizione. Ma è un effetto del tentativo encomiabile di non dimenticare nessuno, dai leggendari tifosi della squadra giallorossa ai tanti che a Trigoria vivevano e lavoravano tutti i giorni, e di regalare ai più curiosi qualche chicca sulle tensioni inevitabili e le impreviste leggerezze di un mondo che sempre più ci stiamo abituando a trattare in maniera distaccata, impersonale, a volte un po’ esageratamente analitica.

LEGGI L’INTERVISTA A PAOLO ASSOGNA