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Trio

Trio

Elfrida Wing è ancora insonnolita nel letto mentre il sole basso del mattino disegna una losanga colorata sulla carta da parati. Come ogni mattina, si sente uno schifo. Si alza, indossa la vestaglia sopra il pigiama e scende le scale cercando di non far rumore. Quando rammenta che il marito è già uscito per le riprese del film, si rilassa e raggiunge la cucina: cerca il succo d’arancia nel frigo e, nell’armadietto dei condimenti, la bottiglia di aceto riempita di vodka che, grazie alla sua neutralità, non desta sospetti. La vampata dell’alcol sta già scacciando l’emicrania e il titolo del suo nuovo romanzo le viene in mente come per incanto — ZigZag — e va ad aggiungersi al lungo elenco che riempie le pagine di un taccuino: storie possibili e mai scritte. Sono più di dieci anni, infatti, che non pubblica niente: il suo ultimo successo, The big show, è uscito nel 1958. Con le lacrime agli occhi non può far altro che berci sopra. È mattina presto quando Talbot Kydd si sveglia di soprassalto in una camera d’albergo. È turbato dal sogno che ha appena fatto — o è piuttosto un ricordo? — di un giovane che esce nudo dalle onde su una spiaggia bianca e gli fa un gesto di saluto. Potrebbe essere il fratello Kit, oppure uno dei modelli che ha fotografato. In una sala da pranzo quasi deserta, mentre consuma la colazione, osserva distrattamente la moquette granata dove un romboide di luce si sta trasformando pian piano in un triangolo isoscele. Alla quinta tazza di tè, viene raggiunto da Joe Swire, il segretario di produzione, sempre pronto a risolvere i problemi che sorgono durante le riprese. Talbot ha già prodotto più di dieci film; sono alla quinta settimana di lavorazione e hanno avuto solo piccole crisi; guadagna bene, è felicemente sposato con due figli grandi e indipendenti, è in buona salute... Allora cos’è che gli dà fastidio? Anny Viklund si sveglia e si chiede, come ogni mattina, se quel giorno morirà. Una domanda assurda visto il giovane uomo che dorme profondamente al suo fianco e il sesso sano ed energico che hanno fatto durante la notte. Lei, la star americana del film che stanno girando a Brighton, non può permettere che qualcuno venga a sapere o sospetti della sua relazione con Troy, il coprotagonista: con un ex marito e un “amico” a Parigi, la sua vita è già abbastanza complicata...

Il “trio” che dà il titolo al sedicesimo romanzo dello scrittore e sceneggiatore inglese William Boyd è dunque formato dai tre protagonisti: Elfrida Wing, Talbot Kydd e Anny Viklund. Ovvero, una scrittrice di successo con il blocco dello scrittore e una forte, segreta dipendenza dall'alcol, un produttore cinematografico omosessuale, riflessivo e acuto osservatore, con una doppia vita, e una star del cinema che fa uso eccessivo di pillole e ha una relazione clandestina con un collega. La narrazione si muove continuamente tra Brighton — la “Las Vegas d’Inghilterra” — e Londra, nell’estate del 1968, in pieno fermento culturale, caratterizzato anche dalle libertà offerte dalla nuova Legge contro i reati sessuali. Le vicende personali e professionali dei protagonisti sono legate fra loro, perché il film che stanno girando, Scala per la luna, è prodotto da Talbot Kydd, interpretato da Anny Viklund e diretto dal marito di Elfrida Wing. Oltre a essere un romanzo ironico e divertente sull'ambiente del cinema e sul mondo editoriale, a tratti ridicoli e assurdi, come indicato dalla citazione iniziale di Anton Čechov — “La vita più vera e interessante della maggior parte delle persone trascorre al riparo della segretezza” — Trio indaga le più nascoste corrispondenze fra vita interiore ed esteriore. Oltre ai normali problemi e ai contrattempi sempre più gravi che affliggono la produzione cinematografica, ciascun personaggio del trio sta attraversando una crisi: Talbot Kydd, intrappolato nella falsa normalità della sua ricca famiglia borghese, vorrebbe esprimere apertamente la propria sessualità; Elfrida Wing è un’alcolista, sposata con un regista che la tradisce e, nel tentativo di riprendere a scrivere, è ossessionata dall’ultimo giorno di Virginia Woolf — alla quale è stata paragonata dalla critica — che si è suicidata nel vicino fiume Ouse; infine, Anny Viklund è alle prese con le richieste di aiuto dell’ex marito, un terrorista evaso di prigione in California, inseguito in Europa da CIA e FBI. Il tema del “doppio” ricorre spesso: diversi personaggi usano uno pseudonimo e persino il film viene segretamente realizzato nella versione porno. I numerosi incipit del libro che Elfrida sta cercando di scrivere riproducono l’inizio di Trio e forse non è un caso che il titolo di una sceneggiatura autobiografica che viene proposta a Talbot Kydd per una valutazione, Inquietudine, sia anche il titolo di un romanzo dello stesso William Boyd. Autore di grande talento ed esperienza, Boyd presenta i suoi personaggi in modo rapido e realistico, con un umorismo tipicamente inglese. Grande attenzione viene dedicata anche alle figure minori: da Troy, la pop star prestata al cinema, all’investigatore privato Ken Kincade, dal terrorista Cornell Weekes, al regista Reggie/Rodrigo, fino allo scrittore filosofo francese-algerino Jacques Soldat. Approfondendo i punti di vista dei tre protagonisti in brevi capitoli a loro dedicati, la narrazione sviluppa numerose sottotrame, sulle quali aleggia spesso una sensazione di imminente tragedia e che fanno nascere un senso di urgenza nella lettura. L’apparente caos che sembra condizionare le vite dei personaggi nasconde in realtà la continua tensione fra caso e volontà, recitazione e improvvisazione, azione e pensiero, menzogna e sincerità.