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Tu non conosci la vergogna

Tu non conosci la vergogna

Livia, la fedele domestica della madre, sostiene che Drusilla sia un nome da donnaccia, ma a lei piace sin da bambina quel suo nome, perché non comune e segno di “unicità”. D’altronde Livia, sempre severa con i suoi fratelli, mostra di prediligere Drusilla, ma quel nome, proprio... Eppure ogni volere della Signora sua madre è sempre comprensibile, realizzabile e accettabile. Tranne quel suo nome. Con una passione per la letteratura e la storia romana, non può accettare che quella bimba di buona famiglia si chiami come la sorella del dissoluto Caligola! La realtà è forse molto più banale: quel nome, Drusilla, arriva dritto dritto da un battello che galleggiava sul Bosforo per ospitare i nonni in occasione della stipula di un contratto per vendere l’olio della fattoria in Toscana a un ricco americano, proprietario di molti alberghi. Con la complicità di un buon borgogna, la notte di fuoco che segue la cena porta con sé due gemelli, un maschio e una femmina, alla quale viene dato proprio il nome del battello in cui fu concepita. Il destino non è però magnanimo con la zia Drusilla, che muore a soli 22 anni per la puntura di una zanzara. Il suo gemello ne soffre moltissimo tanto da ricordare quel nome in occasione della nascita della sua prima figlia femmina. Ma c’è di più su Livia, la domestica della mamma. In realtà si chiama Livia Drusilla Quartullo, ma questo viene scoperto solo in occasione della sua morte, dalla sua tomba, Livia Drusilla come la moglie dell’imperatore Augusto e donna colta ed emancipata. La bambina cresce arricchita culturalmente da tutti gli esponenti della famiglia, papà ambasciatore, nonne entrambe nobili e sposate a ottimi partiti, pur se senza titoli. È la nonna paterna che le segnala i nomi dei sessi maschile e femminile, ovvero “pisello” e “pisella”, anche se, aggiunge, è un nome che cambia con il tempo. Questa "parità" di denominazione, però, genera la convinzione che non ci sia prevalenza di potere, ma che anzi siano equiparabili...

“Pare che esclamare buon appetito sia una cosa da non fare. Cazzata”. Ecco, Drusilla Foer è così: con il suo italiano forbito e la sua naturale tendenza a dire “pane al pane e vino al vino”. Una lettura divertente, a tratti tenera e poi dissacrante, tra affascinanti ricordi e battute esilaranti in aneddoti che sembrano troppo per essere veri, ma che sono perfettamente incastonati nella storia del personaggio Drusilla. E il sorriso accompagna, dall’inizio alla fine, il lettore in queste avventure, perché si trova sempre il cenno, la battuta, il pensiero che ingentilisce anche le situazioni più scure e tristi. Per chi ha seguito Drusilla in tutti i video sui social network, durante il lockdown per la pandemia di COVID- 19, alcune storie e alcuni personaggi sono conosciuti, per chi ha scoperto la soubrette a Sanremo 2022, invece, è comunque un piacere trovarli e scoprirli raccontati in un italiano aulico scritto in prima persona che quasi sembra di sentirla, riga dopo riga. Pur se dichiara di non voler alimentare quella immagine che la vuole “presuntuosa dispensatrice di consigli su come si sta al mondo”, non perde occasione per suggerire modalità di comportamento da lei utilizzate e che hanno portato la nonna Filangera (per tutti Gera) a dirle “Tu non conosci la vergogna!”. Ragionando su tutte le chiacchiere (anche a sproposito) che sono seguite alla serata di Sanremo in cui ha co-presentato il Festival della Canzone italiana accanto ad Amadeus, il libro riesce a rimettere a posto le cose, basta solo ragionarci un po’ su, a proposito degli eventi che racconta, gli incontri, i personaggi, le situazioni di certo con una data ben precisa. Ad esempio John Lennon che passeggia davanti al suo negozio “très chic” di abiti usati di New York, quel “Second hand Dru” dove l’ex Beatle non ha mai avuto il coraggio di entrare... Quanti anni deve avere lei per un evento del genere? Gianluca Gori, l’attore che ha creato Drusilla Foer, era di certo poco più che un bambino... Insomma, un personaggio, un’interpretazione magistrale, una vita inventata di sana pianta, ma con l’evidenza di cultura, buone maniere, prontezza di spirito e anche un pizzico di sfacciataggine che non guasta mai e di cui aspettiamo il seguito.