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Tutte le volte che mi sono innamorato

Tutte le volte che mi sono innamorato

Cesare, che vive a Napoli e fa il maestro elementare, sale sulla sua Vespa e si dirige a casa di Sandro, che vuole parlargli. Tra sei mesi Sandro si sposa con Emanuela, la cugina di Cesare. Stanno insieme da quindici anni e li ha presentati proprio lui, alla fine di un’estate, quando erano poco più che due ragazzini. Ora, Cesare si augura che non sia accaduto nulla di grave, nulla che metta in discussione questa unione. Chissà, si chiede Cesare, se quindici anni sono sufficienti per conoscere una persona. Lui con le donne ha sempre avuto un successo altalenante, nel senso che non gli sono mai mancate, ma i suoi legami con loro non hanno mai superato i due anni e mezzo. Dopo tale periodo, infatti, in un modo o nell’altro la relazione si guasta e la storia si interrompe. L’emergenza per cui Sandro ha convocato non solo lui, ma anche il resto degli amici - Lucio, sposato con Veronica che odia in maniera plateale ma con la quale ha fatto due figlie; Gabriele, marito di Roberta e Mariano, che ha sposato l’argentina Amaranta - ha a che fare con il preventivo del fioraio, che chiede duecento euro in più rispetto al budget concordato e Sandro vuole confrontarsi con gli amici di sempre per decidere cosa fare. Il problema, quindi, è risolvibile; l’incontro con gli amici gli consente inoltre di consegnare loro la partecipazione al matrimonio. Cesare realizza con una punta di amarezza che, mentre accanto al nome degli amici, su ogni busta dell’invito, è riportato quello delle loro consorti, accanto al suo è scritto un tristissimo “+1”. È proprio pensando ai rapporti ballerini che da sempre lo caratterizzano che, rientrato a casa e accolto come sempre dal gatto Thiago, prende una solenne decisione: ha sei mesi di tempo per trovare una fidanzata, una figura che gli stia al fianco e che rivesta un ruolo importante. Ce la metterà tutta, ma non arriverà al matrimonio dell’amico vestendo i soliti panni dello scapolo del gruppo. No, anche lui avrà una compagna e sarà coinvolto in una relazione stabile. Passa in rassegna alcune delle ultime ragazze con cui è uscito, ma nessuna le è rimasta nel cuore un tempo sufficiente per pensare di ricontattarla e proporle un nuovo appuntamento. L’unica ad aver lasciato una traccia importante nei suoi rimpianti è Fernanda...

Rovistare tra le pieghe della propria anima, alla ricerca delle risposte agli interrogativi che ruotano intorno all’amore, quel sentimento così complesso e articolato che, a differenza di quanto si possa pensare, non costituisce il punto di approdo, ma l’inizio di un meraviglioso viaggio. E a interrogarsi su relazioni mai concretizzate, su legami claudicanti fitti di crepe e imperfezioni, sulle promesse di felicità spesso ammantate di malinconia è Cesare, il protagonista del nuovo romanzo di Marco Marsullo - scrittore partenopeo classe 1985 - uomo romantico ma dal percorso amoroso piuttosto accidentato, unico single nella cerchia degli amici di sempre. L’occasione del matrimonio dell’ultimo scapolo del gruppo diventa per lui occasione di nuova riflessione sul suo vissuto sentimentale - zeppo di illusioni e false speranze, promesse mancate e tradimenti - nonché sfida con se stesso: avrà sei mesi di tempo per presentarsi alla festa con una compagna a fianco, qualcosa di ben più tangibile rispetto a quel triste “+1” indicato accanto al suo nome sulla partecipazione. Cesare è alla ricerca di un batticuore che sente di non avere mai davvero provato e si interroga sulle relazioni che vivono Lucio, Mariano e Sandro, impegnati in rapporti in cui, a guardare bene, nulla è come sembra. Marsullo mostra, con penna leggera ma incisiva e con tratti capaci di restare impressi nella mente e nel cuore del lettore, il viaggio del protagonista nel labirinto della propria formazione sentimentale, ma racconta in realtà una storia vecchia come il mondo: la ricerca, da parte dell’essere umano, di quel sentimento così completo e misterioso che, per venire finalmente riconosciuto, ha bisogno di essere atteso e cercato a lungo, attraverso percorsi a volte davvero tortuosi. Momenti spassosi e battute fulminee davvero divertenti si alternano a pagine di profonde riflessioni, in cui l’autore si interroga sulle strane alchimie che danno origine alle relazioni e le alimentano, pur tra incomprensioni, non detti e difficoltà di gestione. Ma quel che Cesare vuole suggerire al lettore è che provarci, provarci sempre e credere nel potere terapeutico dell’amore è un’ottima spinta per buttarsi nella vita, assaggiarne ogni sfumatura e godere, senza il timore di ferirsi, di ogni suo dono.