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Tutti giù per aria

Tutti giù per aria

Tina è proprio una bambina modello: ha delle belle trecce ordinate, colora sempre dentro i margini, non si sporca mai col sugo, conosce alla perfezione le tabelline e si mette sempre la mano davanti alla bocca in tempo quando le viene da starnutire. Certo è una “perfettina” e alle volte un po’ noiosa, per questo i compagni non la chiamano spesso a giocare con loro. Tina poi, se qualcosa non le riesce, non ci prova nemmeno, un po’ per non essere presa in giro, un po’ perché sbagliare non le va proprio giù. Questo di solito, ma un giorno, chissà perché, accetta di giocare a pallavolo con gli amici. Da fondo campo Tina, a testa bassa perché è sicura di sbagliare, si prepara alla battuta. Si concentra e colpisce con tutta la sua forza la palla che, miracolosamente, supera la rete, gli avversari, il rettangolo bianco disegnato sull’asfalto, il muro...e poi? Cade nel fiume! Tina però non si dà per vinta e si tuffa in acqua per recuperarla. Nuota, allargando e chiudendo braccia e gambe in una rana perfetta, sempre più lontano. Trascinata dalla corrente, lascia il suo mondo per approdare nel paese degli Scarti, dove incontrerà amici straordinari. Gianna ballon, che col suo enorme posteriore-mongolfiera la tirerà fuori dall’acqua; il parrucchiere Giangi e il suo garzone Brezzolino, che trasformeranno i suoi capelli in un bellissimo girasole; la fioraia del cimitero Flora, che le mostrerà i “gesti gentili” che i morti continuano a fare ai vivi. Tina, insomma, impara che un mondo “imperfetto” è più divertente di uno in cui tutto fila liscio, perché si può essere belli anche con i capelli “a carciofo” o a “girasole”, si può giocare anche senza regole o squadre, si può ridere anche dei nostri difetti e trasformarli in qualità da mettere a disposizione degli altri. Capisce soprattutto che si può anche sbagliare e riuscire lo stesso a raggiungere un traguardo insperato...

Tutti giù per aria è l’esordio nella narrativa per ragazzi di Rosella Postorino, Premio Campiello del 2018 con Le assaggiatrici. In questo racconto fantastico, come nelle migliori fiabe del passato, l’autrice mette in guardia i bambini dalle insidie della nostra società: ad esempio, l’inseguimento di un ideale di perfezione irraggiungibile. Il libro ha però da dire tanto anche agli adulti: la storia pare difendere i piccoli dall’ansia di prestazione, spesso trasmessa dai genitori; dall’iperprotezione degli adulti, che nascondono anche ciò che dovrebbe essere vissuto in modo naturale, come la morte (bellissima a tal proposito la figura di Flora, fioraia del cimitero, che mostra a Tina i dolci che i morti preparano per i bambini); dall’eccessiva razionalità dei grandi, che vogliono spiegare anche ciò che non può esserlo. Di pagina in pagina viene svelato ai più piccoli, ma non solo, che le cose non si devono per forza capire, molto spesso si devono solo assaporare, come dice a Tina lo scultore Stein Zappa di fronte alle sue opere: “Tutti con questa mania di capire l’arte. Ma perché?”. Corredano questo viaggio fantastico i bei disegni di Alessandra Cimatoribus, che sa rappresentare con delicatezza e vivacità gli eccentrici personaggi del paese degli Scarti. Di tanto in tanto alcuni versi a rima baciata, pronunciati dai nuovi amici di Tina, forniscono simpatiche indicazioni, utili per orientarci in questo mondo “giù per aria”.