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Tutto quel nero

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Susanna Marino ha dovuto da poco interrompere gli studi in Antropologia, e trovarsi un lavoro. Certo, non ama fare la cameriera in pizzeria, ma almeno riesce a sbarcare il lunario. Non è granché il suo curriculum: un piccolo stage presso le Teche RAI, alla ricerca di vecchi filmati televisivi, esami di cinema superati a pieni voti. Eppure quell’uomo, Emilio Bronzo, che si è presentato come viceresponsabile della WDY INC. non ci ha pensato troppo prima di offrirle un compenso da duecentocinquantamila euro per ritrovare una pellicola. Nel mondo dei collezionisti di film perduti - le dice -, c’è gente disposta a sborsare parecchio. Il contratto che le propone è piuttosto semplice: Susanna dovrà essere discreta, non avrà limiti di tempo per portare a termine l’incarico. Il dettaglio della assenza di qualunque forma di tutela assicurativa nel corso nelle ricerche genera un sottile senso di inquietudine nell’animo della studentessa, superato dalla generosità della proposta economica. È solo al momento della firma che Susanna scopre il titolo del film da scovare: Un día en Lisboa, di Alfonso Nieva, un documentario di meno di trenta minuti, prodotto nel 1964 a scopo di promozione turistica, che riprende una coppia di innamorati in giro tra Lisbona ed Estoril. Ad interpretare i due, Soledad Miranda - attrice che pochi anni dopo sarebbe apparsa nei panni di Lucy nel Conte Dracula, girato da Jesús “Jess” Franco - e il suo futuro marito, José Manuel Simões, pilota di rally. In quella pellicola, i due percorrono in auto la strada costiera dell’Estoril. Quel che Susanna ancora non sa, è che pochi anni dopo essere apparsa in Un día en Lisboa, Soledad e José Manuel su quella stessa strada avrebbero avuto un incidente, in cui l’attrice avrebbe perso la vita…

Cristiana Astori, classe 1974, astigiana di origine, è scrittrice, traduttrice - ha curato, tra le altre, le traduzioni in italiano dei romanzi di Jeff Lindsay da cui è stato tratto il serial Dexter, e di diversi bestseller di Jeffrey Deaver -, saggista e sceneggiatrice di comics (L'amore ci separerà, The Professor). Tutto quel nero è il primo capitolo di una originale serie costruita intorno al personaggio di Susanna Marino, studentessa squattrinata e appassionata di cinema dell’orrore, destinata a ritrovarsi perennemente implicata in rischiose avventure a caccia di pellicole perdute, che ritroveremo in Tutto quel rosso, Tutto quel blu, Tutto quel buio (Elliot) e in Tutto quel viola, recentemente pubblicato da Fratelli Frilli Editori. Nota di colore, nel senso letterale del termine: i primi due titoli, editi assieme a Tutto quel blu per “Il giallo - Mondadori”, e non più ripubblicati, hanno raggiunto quotazioni interessanti per appassionati, collezionisti e cultori su noti siti di compravendita on line. Decisamente intrigante l’omaggio reso dall’autrice a Soledad Rendón Bueno, in arte Soledad Miranda, attrice spagnola, nota anche con gli pseudonimi di Susann Korda, o Susan Korday (questo ultimo usato soprattutto per horror a sfondo erotico) protagonista di diversi film, la cui figura è stata resa iconica da Jesús “Jess” Franco, il regista che la elesse a propria musa, facendole interpretare il personaggio di Lucy nel suo Conte Dracula (1970), al fianco di Christopher Lee. Come narrato da Astori, per uno di quegli strani corto-circuiti temporali che tramutano le storie, e i loro protagonisti, in leggende, Soledad morì nel 1970, a soli 27 anni, in un incidente d’auto lungo la strada in Portogallo in cui era già comparsa nel 1964 recitando in Un día en Lisboa, un piccolo documentario promozionale; sia nel film, sia al momento della morte, alla guida dell’auto, su quella strada, c’era José Manuel da Conceiçao Simões, pilota rally, divenuto suo marito nel 1966. Sorretta da una scrittura incisiva e avvincente, la trama, costruita su più piani temporali, mescola elementi thriller e mystery con una abbondante manciata di soprannaturale, come da cifra stilistica della scrittrice. Soprattutto, svela e trasmette la fascinazione di Cristiana Astori per il potere suggestivo delle immagini, per il cinema e i suoi protagonisti, per le storie che si intrecciano in quei territori di confine ove la differenza tra realtà e fantasia sfuma, in un continuo gioco di illusioni, rimandi, sogni, lasciando sul palato del lettore un deciso, inconfondibile, stuzzicante sapore weird.