
Hyacinth Bridgerton, l’ultima tra i fratelli, è intelligente, straordinariamente schietta, anticonvenzionale e spesso fuori luogo per i canoni della società londinese. Questa particolare caratteristica mette d’accordo tutti: la madre Violet che approfitta dei tè per cercare di ammorbidire il carattere spinoso della figlia; suo fratello Anthony che, in qualità di visconte, ha persino alzato la dote per attirare qualche gentiluomo; persino Lady Danbury che l’ha presa sotto la sua ala protettrice ma, pur specchiandosi nella sua sagacia e spontaneità, talvolta è costretta a pungolare con il bastone la sua irriverenza. Tuttavia, un’altra qualità sulla quale tutti convengono è il buon cuore della piccola Bridgerton: se ne accorge anche Gareth St, amato nipote di Lady Danbury, disprezzato apertamente dal padre che vuole lasciargli in eredità soltanto debiti. Dopo che sua cognata, su espressa indicazione del marito, morto prematuramente, gli consegna il diario della nonna Isabella, per la traduzione in italiano Gareth trova subito l’aiuto di Hyacinth. Grazie alla sua testardaggine, entrambi scoprono che il vero valore del diario risiede in alcuni diamanti che Isabella avrebbe nascosto al marito e che potrebbero trovarsi ancora nella vecchia tenuta dei St Claire. Tuttavia, complici le incursioni notturne volte a questa caccia al tesoro, Gareth e Hyacinth si ritrovano a gestire questo reciproco sentimento di irritazione e attrazione…
Se in Amare un libertino Julia Quinn sembrava aver perso un po’ del suo tocco, con Tutto in un bacio torna a narrare delle vicende sulla famiglia Bridgerton nel consueto stile magnetico che tiene il lettore incollato alle pagine del romanzo. Al di là del pattern narrativo che risulta essere sostanzialmente il medesimo, ciò che risulta particolarmente sorprendente, con evidente scarto rispetto all’opera precedente, è la caratterizzazione dei personaggi, curata nell’espressione e nei dettagli: non viene tralasciata la descrizione delle espressioni facciali – come la fronte del viso che Hyacinth corruga quando si concentra – o dei rumori – come il ticchettare del bastone di Lady Danbury sul pavimento – al punto da avere la percezione di trovarsi lì, accanto a loro, come un osservatore esterno, incantato dalla narrazione che fila logica, chiara, senza fronzoli, con dei colpi di scena non eclatanti, ma posizionati al momento giusto. Nonostante, come in tutti i libri della serie, il focus sia la passione tra Hyacinth e Gareth, i personaggi secondari e l’espediente dei gioielli non diventano mai un mero contorno narrativo, anzi, servono a rivelare i tratti dei due giovani che, nella loro immaturità e goffaggine, risultano credibili e non caricature di loro stessi, suscitando un’immediata affezione per le loro insicurezze e persino per il loro essere così irritanti. Inoltre, sebbene prima facie, i modi calcolatori e duri di Gareth – soprattutto nei momenti intimi - possano scandalizzare i fautori della tradizionale favola d’amore, in realtà, conferendogli estrema concretezza, sono i fattori determinanti ad apprezzare significativamente la crescita del personaggio e, conseguentemente, di questo sentimento che non si origina banalmente dal colpo di fulmine, ma da profonda amicizia che col tempo cambia semplicemente il suo vestito.