
Sud della Francia. Lise Michard è una giovane nobile, ricchissima ma molto fine e discreta, quasi anonima: bella, “ma non di quelle bellezze che fanno colpo”. Vive in una prestigiosa villa da sola, o meglio ci viveva fino a pochi giorni fa, perché ora ci sono tre poliziotti – Faurras, Chambaux e Milière – che si alternano lungo le ventiquattr’ore per non lasciarla sola nemmeno un minuto. Il suo telefono è sotto controllo e non può uscire di casa senza essere accompagnata, sebbene con discrezione. Perché tutto questo? Si è scoperto (per caso) che il terribile criminale Michel Le Gar, ricercato per cinque omicidi e numerose rapine a mano armata, ha una relazione proprio con la signorina Lise, alla quale però non ha rivelato di essere un volgare rapinatore e assassino, ma ha detto di essere un faccendiere perseguitato da avversari politici molto potenti. Appena Le Gar si farà vedere, i poliziotti lo arresteranno. O almeno il piano è questo, ma c’è qualcosa che non sta funzionando, perché del bandito ancora nessuna traccia… Giuliana è giovane, bella e fuma troppo. Ha sposato da poco Piero, un cinquantanovenne giovanile e sportivo ma soprattutto ricchissimo. Mentre guarda il mare dalla finestra – Piero è da poco partito per la sua solita gita in barca mattutina – scrive una lettera di fuoco alla sua amica Bice: ha saputo che va in giro a dire che lei ha “sposato un vecchio” e l’ha fatto solo per i quattrini perché in realtà è ancora innamorata di Michele, il suo ex. “Non posso neppure sporcarmi a rispondere a certe volgarità, solamente mi rincresce di aver dedicato tanto tempo in tanti anni a coltivare un’amicizia con una persona come te”, le scrive inferocita. Intanto è arrivato il pedicure. Giuliana accende l’ennesima sigaretta e scrive altre due lettere, una al padre e una a Michele. È molto importante che le scriva e le spedisca proprio oggi, fa parte di un piano… Pierre Kellermann ha due difetti. Il primo è un enorme porro sul naso che ne deforma l’aspetto e che nessun chirurgo è disposto a togliergli. Il secondo è che ha una passione per le donne veramente eccessiva. E siccome per via del porro non può certo fare il playboy, le donne che frequenta sono prostitute, ballerine, cassiere “di qualche caffè con giuoco clandestino di dadi”, spogliarelliste e così via. Raramente lo si vede per due volte con la stessa donna, tre volte addirittura mai. La sua debolezza è ormai proverbiale nell’ambiente del porto, dove lui bazzica: le ragazze lo fermano per farsi pagare un toast o le sigarette, sanno che basta loro sbottonarsi un po’ il vestito o la camicetta e Pierre mette mano al portafoglio. Una sera nella saletta del “Victoire” incontra una ragazza nuova, parlano un po’ e lui la invita a casa sua. Lei dice di non poter rimanere a Marsiglia, entro mezzanotte deve essere a casa sua a Nîmes perché è in libertà vigilata e la polizia la controlla. Offre a Pierre di seguirla a Nîmes per una notte d’amore (a pagamento, s’intende), ma lui nicchia, al massimo la può accompagnare al treno. Quando i due sono alla stazione, le intravede le bellissime gambe, perde la testa come al solito e parte con lei…
Bella antologia che raccoglie per la prima volta in volume venti racconti pubblicati sulla rivista femminile “Novella” tra il 1948 e il 1952 con vari pseudonimi (John Colemoore, Jean Pierre Rivière, Giorgio Adrian) dal nume tutelare del noir e del “poliziottesco” italiani, Giorgio Scerbanenco, che quella rivista dirigeva dal 1945. Tutti più o meno vertono sul tema dell’amore, ovviamente però declinato in un certo modo: c’è quasi sempre un morto di mezzo, o un’ambientazione “malavitosa”, o relazioni sentimentali (per modo di dire) che ricordano i gialli psicologici di Hitchcock e dintorni. Come scrive Roberto Pirani nell’appendice del volume, “L’inquietudine è la cifra, il marchio distintivo di Scerbanenco, tanto più acuta quanto è più contenuta in un contesto magari di semplice quotidianità. Anche quando una storia sembra concludersi con il «lieto fine», è impossibile comunque il classico «vissero felici per sempre». Il narratore sa che si tratta solo di un momento. Ogni storia rimette tutto in discussione. Ogni storia è un momento del lungo conflitto degli opposti”. Immaginate che effetto dovessero fare questi piccoli gioiellini oscuri alle lettrici di “Novella” nell’immediato dopoguerra e ne capirete la forza quasi eversiva.