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Ultima fermata

Ultima fermata

Giovanni è anziano e se ne rende conto ancora di più quando per i suoi modi gentili e rispettosi si sente osservato come un animale raro, per esempio in autobus. È vedovo, ha figli e nipoti, ma da un po’ c’è anche Maria, occhi azzurri e capelli neri, di qualche anno più giovane di lui, la sua “pazzia di fine vita”... Una giornata ideale? Cappuccino, brioche, sole e un libro. Fare tutto contemporaneamente ti fa ritrovare con la brioche e il cappuccino finiti e che hanno lasciato le loro “impronte” sul vestito, mentre la testa è immersa nelle pagine della storia del momento, ma... “ben venga l’essere selvaggiamente letterati”! Finché, a interrompere la beatitudine della lettura non arriva un uomo di altri tempi. No, non soltanto per i modi e la cortesia, ma proprio di altri tempi: dice di chiamarsi Hudson Lowe e veste l’alta uniforme da generale dell’esercito di Sua Maestà, ma dei tempi di Napoleone... Emma adora la primavera, perché può andare all’asilo a piedi e in quel giorno finalmente c’è il sole e lo zio, accompagnandola, la lascia nei pressi del portone. Lei entra, ormai conosce la strada e si aspetta il solito vociare di bambini e delle suore che cercano di tenerli calmi. Invece viene colpita dal silenzio. Dove sono tutti? Si aggira per i dintorni della sua classe, completamente vuoti. Cerca un adulto che possa risolvere il suo problema, ma niente: in giro non c’è nemmeno una suora. Così decide di tornare a casa a piedi, in fondo la nonna abita proprio lì vicino, ma...

Beh, diciamo la verità, un po’ di sconcerto alla fine di molti dei racconti c’è! Le storie, nella loro veste magica, tuttavia destano anche curiosità e non hanno nulla di scontato. Forse la precedente pubblicazione dell’autrice, dal titolo Superstizioni e prospettive. Inchiesta sulla magia popolare, ha un po’ influenzato i suoi racconti che proprio sulle leggende si fondano, vere o inventate che siano. E a ogni nuova storia si fanno incontri incredibili, per cui ci si ritrova a ricercare in fretta l’elemento magico, che sia un fantasma (o forse due), una fata o il diavolo in persona. Interessanti sono le figure femminili e quell’anelito di libertà che le convince, ogni volta, a fare una scelta piuttosto che un’altra. Ogni opzione è vissuta in nome di una ricerca spasmodica di svincolarsi da ogni genere di costrizione, di divieto, veri o presunti che siano e comprendenti le chiacchiere e le occhiate di paese che spesso danno origine a pettegolezzi a non finire. Sono sempre lontane da casa, ma pur sempre in buoni rapporti con la famiglia per chiedere eventuali aiuti, anche economici, sono sempre piene di sogni, sempre disponibili, pur se vigili e coscienti della pericolosità di certe situazioni, come può esserlo ad esempio un fidanzato un po’ troppo abituato a mettersi sul piedistallo della presunzione, vietando o concedendo, ma pur sempre rinfacciando: la casa è la mia, ti ospito io, mi conoscono tutti, non farmi fare brutte figure e così via, quasi da cappio al collo. Sono quindi donne fragili, ma consapevoli delle loro azioni e soprattutto della realtà che le circonda. Una cosa spesso accomuna i personaggi: che siano uomini o donne, per loro la felicità è sempre fatta di libri, una tazza di tè (con tutti gli strumenti per prepararla), un computer per scrivere, la musica e la classica copertina. C’è davvero altro per rendere un momento magico?