
Brooklyn, estate 1912. La piccola Francie Nolan si annoia molto nei mesi estivi, ma il sabato è una giornata bellissima per gli abitanti del quartiere, che si popola delle persone che fino alla sera prima hanno lavorato. La giovane Francie se ne sta seduta sulla scala di ferro che si trova sulla facciata del suo palazzo, a Williamsburg: da lì ha una vista privilegiata sul cortile interno che accoglie un solo albero, chiamato da alcuni “Albero del Paradiso”, unica specie in grado di germogliare sul cemento. Era la sola varietà di albero che si vedeva nei quartieri popolari. E dalla scala di ferro su cui si trova, Francie può fantasticare di vivere tra le sue fronde. Frances Nolan vive con suo fratello minore Neeley, la mamma Katie e il padre Johnny. Sono una famiglia povera e orgogliosa, che si dimena tra tanti lavori per far fronte alla fame e al freddo. Katie è troppo bella per fare la pulizie, ma senza un’istruzione ed essendo divenuta madre ad appena diciotto anni, non ha trovato di meglio; Johnny fa il cameriere-cantante, ma è anche un ubriacone e quindi capita che spesso, per lunghi periodi, non riesca a trovare lavoro. Ma resta comunque un marito devoto e un genitore amorevole, specialmente nei confronti di Francie, la sua “Prima Donna”. Sia Katie che Johnny, come del resto la maggior parte dei loro vicini, sono figli di immigrati, arrivati dal vecchio continente in America per cercare fortuna. Ma la sorte non è stata gentile. Consapevoli del loro stato sociale, sognano per i figli un futuro migliore e senza miseria, e sanno che l’istruzione è l’unica possibilità per riscattarsi. L’istruzione e la proprietà di un pezzo di terra, possibilmente con una casa da lasciare in eredità. Per questo nello sgabuzzino della casa, inchiodata a terra, c’è una scatola di latta che viene usata come salvadanaio: è il piccolo tesoro della famiglia Nolan, ogni volta che qualcuno guadagna qualcosa i soldi finiscono lì e serviranno, un giorno, a liberarsi dalle catene della miseria. Uno dei posti preferiti di Francie è la biblioteca. Mentre sogna in futuro di poter possedere dei libri propri, trova rifugio tra i volumi che prende in prestito: ne legge uno al giorno. I libri le fanno molta compagnia, giacché è una ragazzina senza amicizie a causa del suo carattere un po’ strano. Ma questo non le pesa molto, perché nei libri trova i suoi migliori amici…
Negli Stati Uniti è considerato un classico della letteratura americana, alla stregua de Il grande Gatsby e de Le avventure di Huckleberry Finn, tanto che viene dato come lettura obbligatoria in moltissime scuole. Ed effettivamente Un albero cresce a Brooklyn è un romanzo di formazione potentissimo, una saga familiare che ha molto da insegnare ed è anche per questo che, nel 1995, la New York Public Library lo inserisce nella lista dei “Libri del secolo”, nella categoria di libri per l’infanzia e la giovinezza. Scritto nel 1943, da Betty Smith, pseudonimo di Elisabeth Lillian Wehner, il romanzo è ambientato nella Brooklyn dei primi del Novecento e racconta le vicende dei Nolan, una famiglia povera di soldi, non di certo di valori, né di spirito (“Non conoscerà mai i giorni duri che abbiamo vissuto noi”, “No, Però nemmeno si divertirà come noi!”). Il successo fu immediato, tanto che nel 1945 già usciva nei cinema il film tratto dal libro, pellicola che valse l’Oscar come miglior attore a James Dunn, interprete di Johnny Nolan. La protagonista del romanzo è la giovane Francie Nolan, una bambina un po’ chiusa e piena di fantasia, che conosce la vera povertà e il sacrificio, ostinata a studiare per accrescere la sua istruzione perché, come la madre le ha insegnato, solo così potrà avere un futuro migliore di quello dei suoi genitori. Sono tante le similitudini tra Francie e l’autrice, per questo molti aspetti della realtà che viene descritta possono essere considerati autobiografici: la stessa Betty Smith è nata a Brooklyn da una famiglia di immigrati e la sua data di nascita è solo di cinque anni precedente a quella della protagonista; diventa quindi facile vedere tra le righe di questo suo primo romanzo tracce del proprio vissuto. La donne sono i personaggi principali di questo libro, sono quelle che hanno maggior spazio e maggior voce, ma il ruolo della donna è per lo più relegato a elemento votato al sacrificio e al dolore: emblema di tutto ciò è Katie Nolan, diventata madre giovanissima e che oltre ai figli si è dovuta occupare del marito alcolizzato, che nonostante tutto ama e col quale riesce ancora a vivere alcuni momenti di tenerezza; una donna costretta a inventarsi un gioco quando non aveva da mangiare per i figli (la famiglia Nolan non si abbasserà mai a chiedere la carità), e quindi per giorni fingevano tutti insieme di essere degli esploratori dispersi in attesa di soccorsi; una madre pratica e non espansiva nei gesti di affetto, molto dura nei confronti di Francie, ma pronta a imbracciare un fucile per difendere da un maniaco quella figlia per la quale non riesce a provare lo stesso affetto che ha per Neeley. Poi c’è Sissy, la zia libertina, ma talmente credente che pur di non divorziare (perché il divorzio non è ammissibile agli occhi della religione) abbraccia la bigamia; una donna che ha visto morire tutti i suoi dieci figli al momento del parto, ma che non si arrenderà mai all’idea di diventare madre. Sono tanti gli universi che si sprigionano dalle pagine di questo libro, il quale si sviluppa seguendo la crescita di Francie proprio negli anni più delicati: la incontriamo bambina all’inizio del romanzo e come tale ci fa vedere il mondo col suo sguardo infantile e ingenuo; la lasciamo adulta, alla fine di un’adolescenza difficile, ma consapevole che ogni difficoltà ha forgiato la giovane donna che è adesso.