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Un attimo soltanto

Un attimo soltanto

Esterno giorno, in un borgo al di là del tempo, un borgo abitato da bislacche creature antropomorfe. In una veranda, il coniglio Jan Gainsborough ha appena capito che la sua partita a scacchi è destinata alla sconfitta; il suo rivale, Amray Cherif, si è appena sbarazzato della sua torre: rimane davvero poco da fare. Il coniglio Jan si tira i baffi e si guarda intorno, in cerca di ispirazione, forse. Poco distante da lì, a casa, il coniglio Gainsborough il Vecchio, che a scacchi ormai aveva smesso di giocare, da un bel pezzo, sta là che cincischia tentando di tenere in ordine i suoi pensieri. Si sta sognando un bel tè caldo, niente di più; e mentre pensa a prepararselo, se ne sta di fronte all’armadio di Beatrix, chiedendosi che senso abbia, ormai, prenderle il cappotto. “Scommetto che non mi ha aspettato e se ne è già andata”, brontola. La vecchia congilia Beatrix se ne sta in giardino, in effetti: poco distante dalla veranda dove il giovane Jan gioca a scacchi. Se ne sta là, senza cappotto (non sente freddo, si vede), a pensare a quel libro che ha lasciato sulla panchina. Se dovesse cominciare a piovere, allora addio libro! E proprio mentre sta andando a prenderlo, patatrac, toc!, una castagna le cade sulla punta degli stivaletti. Oh. A farla cadere è stato forse il somarello Martin, appollaiato a cavalcioni su un ramo del castagno, là in giardino. Voleva arrampicarsi sino in cima al castagno, come qualcun altro, per spiare una bella signora, una bella signora tutta nuda. Se sale ancora ha paura di scivolare, perché quei rami sono tutti bagnati. E intanto la bella signora, la gatta Extravaganza, si accorge, giusto mentre si sta coprendo con un telo, combattendo coi brividi di freddo, che c’è qualcuno che la osserva, al di là del vetro. No, non è Martin, è quell’altro ragazzino più grande. Sembra spaventato, però: non sembra soltanto scosso o emozionato. Che succede? Altrove, la volpe Nino, Nino Amoretti, artista, sta pensando alla cena che lui e la sua musa, la gatta Extravaganza, potranno concedersi, di lì a poco. Ormai ha terminato il quadro dedicato alla signora Chapoteaux, è stato ben pagato per quel lavoro e ha più di qualche spiccio in tasca. In quel momento, si accorge di tre stupende tortine salate, nel negozio di gastronomia. Il negozio però parrebbe chiuso; della proprietaria manco l’ombra. E adesso come si fa? Altrove, invece, a ben guardare, con la sua bella pipa col tabacco alla vaniglia, Bruna Bandy...

Un attimo soltanto è stato scritto e illustrato tra le due città della Dautremer, Parigi e la piccola Gap, tra novembre 2020 e giugno 2021. Sulle prime, questo libro, di formato singolare e abnorme, pesante e farraginoso da maneggiare, sembra essere fatto di una serie di illustrazioni a colori: in realtà si tratta di una sola illustrazione di oltre due metri di lunghezza, una sola illustrazione in cui l’artista racconta cosa capita, nello stesso istante, nello stesso attimo, a cento diversi personaggi. A orientarci in questo favoloso cartonato è un fascicolo allegato, 32 pagine, completo di un prologo, firmato dall’autrice, e di schede numerate su tutti i personaggi. La morale della favola è piuttosto immediata da raccontare, e forse facile da capire: non siamo soli, non siamo abbandonati a noi stessi, intorno a noi, dappertutto, c’è una vivacità a volte incandescente; fatichiamo spesso a esserne coscienti, forse per non distrarci troppo dalle nostre attività, dalle nostre manie e dai nostri guai; e se soltanto guardassimo davvero, se soltanto guardassimo un po’ meglio tutto quel che ci circonda, tutti quelli che ci circondano o che semplicemente incontriamo, ah quante cose imparareremmo! L’effetto di stupore bambinesco e di meraviglia che proverà chiunque aprirà, per la prima o la seconda volta, questa rutilante e improbabile edizione Rizzoli sarà in ogni caso spettacoloso. “Ma dove la metto?” sarà un pensiero quasi marginale. “Ma che senso ha, davvero, e che pubblico avrà?”, saranno le domande successive, degne di sconclusionati flussi di coscienza. Tutto è così magico, buffo e divertente che forse non ha troppa importanza darsi risposte. Chiudiamo con qualche cenno biobibliografico. Rébecca Dautremer (nata a Gap, dalle parti della Provenza, nel 1971) è un’artista francese. Diplomata a Parigi in Arts Décos, appassionata di fotografia, si è dedicata all’illustrazione a partire dalla seconda metà degli anni Novanta; la sua prima vera affermazione è stata l’album L’Amoureux, datato 2003 (Prix Sorcières 2004). Sempre in quel periodo ha pubblico l’altro volume illustrato Babayaga, con testi scritti da suo marito, e suo storico sodale, Taï-Marc Le Thanh. La collaborazione tra i due artisti ha dato vita a diversi altri libri, come l’adattamento del celeberrimo Cyrano. Segnalo, a latere, che la Dautremer è tra gli artisti scelti dallo stilista Kenzo per animare l’estetica di diverse linee della sua griffe.