
La sera dell’11 luglio 1979 l’avvocato Ambrosoli sta andando a cena con dei vecchi amici. Si sente stanco ma sollevato, quel pomeriggio ha avuto luogo l’ultima udienza del processo che da cinque anni ormai ha oscurato le sue giornate: la liquidazione della Banca d’Italia Guido Carli. È filato tutto liscio, la sua testimonianza ha raggiunto i risultati sperati, e può finalmente rilassarsi. Dopo cena, l’avvocato torna a casa. Sceso dall’auto, vede un uomo con uno spiccato accento americano che si dirige verso di lui e gli chiede “Il signor Ambrosoli?”. Al suo cenno d’assenso, l’uomo tira fuori una Magnum 357 e gli spara tre colpi al petto. Il sicario è stato mandato da Michele Sindona, famoso esponente della criminalità organizzata milanese che rischia di perdere tutto proprio a causa della liquidazione della Banca Guido Carli. Si tratta infatti di una società atipica: non è davvero una banca, ma ha operato – illegalmente – come se lo fosse, raccogliendo crediti e manovrando depositi. Per questo, Sindona ha dato l’ordine di uccidere l’avvocato Ambrosoli. Da questo triste e impunito omicidio ha inizio l’indagine di Stajano, che ricostruisce l’intera vicenda dell’avvocato fin dagli anni dell’Università, per raccontare al grande pubblico “la storia di Giorgio Ambrosoli, uomo libero e solo, eroe borghese che avrebbe potuto vivere tranquillo con le sue serene abitudini e invece, per la passione dell’onestà, si batté contro un «genio del male», sorretto da forze potenti palesi e occulte, e fu sconfitto”...
In questo accurato e dettagliato reportage giornalistico datato 1991, Corrado Stajano racconta la storia vera di Giorgio Ambrosoli, un avvocato milanese “né oscuro né famoso”, e l’incredibile serie di sfortunati eventi che porterà al suo coinvolgimento nell’operazione di liquidazione della Banca Guido Carli; caso affascinante dal punto di vista giuridico, ma oscuro, tanto che all’avvocato sembrerà di doverlo “ricostruire con le sue mani, come uno scrittore di gialli”. In Un eroe borghese, Stajano dedica ampio spazio al contesto storico e soprattutto all’aspetto politico, che in quegli anni è strettamente collegato alle vicende giudiziarie. La Milano vissuta da Ambrosoli è una Milano moderata, lavoratrice, che vive le proteste del ’68 senza comprenderle a fondo, e che per questo arriverà agli anni di piombo totalmente impreparata. Non a caso, nel racconto, Corrado Stajano lascia spesso spazio a considerazioni quasi profetiche: racconta infatti che già molte segnalazioni erano state fatte a proposito di Michele Sindona, dei suoi traffici di stupefacenti e altri crimini, che però non vennero mai seguite da indagini. Forse, molte vite, oltre a quella di Ambrosoli, potevano essere risparmiate, e invece la superficialità – o più spesso l’omertà – hanno permesso che il legame tra mafia e politica di rinsaldasse sempre più, con le conseguenze storiche che tutti conosciamo bene. Corrado Stajano riesce così a raccontare una porzione della storia italiana che, nel suo piccolo, rappresenta la società intera. Lo fa con il distacco oggettivo del giornalista che fornisce, però, tutti gli strumenti necessari al lettore per crearsi una propria opinione e non restare indifferente agli avvenimenti del passato che influenzano ancora il nostro presente.