
Sam sta guardando uno dei suoi programmi televisivi preferiti con il volume a palla e la bocca socchiusa, mentre Alex, piuttosto nervosa, cerca di capire quale sia l’abbigliamento giusto da indossare per il suo primo giorno di lavoro. Sam la incoraggia e anche i genitori, che la raggiungono telefonicamente per augurarle una meravigliosa prima giornata, continuano a ripeterle di essere molto fieri di lei. La suoneria del cellulare annuncia una nuova chiamata: si tratta di Carmen, la sua rigorosa e perspicace compagna d’università - all’epoca, a onor del vero, non si erano frequentate poi molto - che è stata assunta nel suo stesso studio legale ed è quindi diventata collega d’avventura. Alex arriva con venti minuti d’anticipo in uno tra le centinaia di palazzi della Quinta Avenue, che dal basso sembrano tutti uguali. In questo sono ubicate due società di consulenza, la sede americana di una banca giapponese e la Klasko & Fitch, uno dei più prestigiosi studi legali al mondo. La giovane spinge la porta girevole e si trova catapultata in una cacofonia di conversazioni telefoniche e saluti di circostanza. Tutti coloro su cui posa lo sguardo sembrano avere una meta precisa e vanno di fretta. Nessuno che si fermi a fare quattro chiacchiere, nessuno che appaia flemmatico o indeciso. Gli uomini e le donne che le passano accanto si dirigono verso gli ascensori con piglio deciso e trasudando sicurezza. Alex riprende fiato e si avvicina al capo della selezione del personale, che fornisce a lei e alle altre ragazze che l’hanno raggiunta tutte le informazioni necessarie per prendere finalmente possesso della sua postazione di lavoro. Giunta con l’ascensore al quarantacinquesimo piano, viene indirizzata verso una sala riunioni a vetri che le offre una spettacolare visuale, che abbraccia tutta Manhattan, dalla Cinquantacinquesima strada in poi. Ce l’ha fatta. Questo è esattamente il luogo al quale da sempre voleva arrivare, pensa Alex mentre il suo sguardo si perde in quella vista mozzafiato…
Ricevere un’offerta di lavoro che può, in un attimo, cambiare la vita. Gettarsi anima e corpo nella nuova avventura, prendere appunti, imparare tutti i trucchi del mestiere, partecipare a riunioni e corsi, trascurare gli affetti e la famiglia, approfondire ogni aspetto della professione, imparare a fare squadra, fermarsi in ufficio giorno e notte e, magari, riposarsi non più di un paio d’ore nella cosiddetta stanza relax. Riuscire a farsi notare e a risalire rapidamente tutti i gradini della carriera forense per rendersi conto, poi, di essere finita in pasto a squali assetati di sangue, per compiacere i quali occorre scendere a ben più meschini compromessi: bere e sniffare senza limiti, mentire, non rispettare più gli amici, accettare il sesso clandestino e sbrigativo sapendo in anticipo che non condurrà a nulla, compiacere i clienti, sempre e comunque. Questo è il destino della protagonista del romanzo di Erica Katz - pseudonimo dietro il quale si nasconde un’autrice alla sua prima prova letteraria, laureata alla Columbia Law School e impiegata in un prestigioso studio legale di New York -, una giovane donna determinata e piena di sogni che, per crearsi una posizione di prestigio in quel mondo che ha sempre ammirato, finisce per perdere se stessa e i suoi principi e per rendersi conto che in certe realtà, fatte di avidità e giochi di potere, le donne non sono considerate altro che accessori a prescindere e sono sconfitte in partenza. Una storia cruda e coraggiosa che analizza senza filtri una delle tante situazioni, tristemente reali e attuali, in cui, nel nome della più subdola ambizione e del dio denaro, non ci si fa scrupolo a far condurre le regole del gioco esclusivamente agli uomini, sacrificando quello che, purtroppo, è ancora troppo spesso catalogato come il sesso debole.