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Un grammo di felicità al giorno

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Fie ha tenuto gli occhi chiusi troppo a lungo. In questo modo, forse, pensava che le cose non accadessero. Ora, però, gli ho occhi li ha aperti e il risveglio si rivela brusco e brutale. Sta bevendo il caffè, come ogni mattina. È ben vestita: pantaloni blu e camicetta bianca. Di fronte a lei c’è suo marito Carl Christian. Dopo colazione entrambi saliranno sulla Volvo dell’uomo e si recheranno al lavoro. Carl Christian è un dentista e lei la sua assistente alla poltrona. L’uomo sta mangiando una fetta di pane con del paté di fegato. I due non parlano e la cosa non la preoccupa. Fie sa che il marito non è molto loquace appena alzato e, se ha qualcosa da dirgli, ha imparato ad attendere l’ora di pranzo. I due hanno un figlio di ventuno anni, Jens Christian, che è già volato fuori dal nido, vivono in una elegante casa a Oslo e conducono una bella vita. A volte Fie vorrebbe che non fosse così bella, ma non oggi. Oggi si sente rilassata e soddisfatta. E pure appagata dal momento che, contrariamente a ogni loro abitudine, lei e Carl Christian hanno appena fatto l’amore, prima di alzarsi. Carl Christian è un uomo abitudinario e per lui il momento ideale per il sesso è il venerdì sera. A volte anche la domenica, se c’è tempo. Che abbia rotto quest’abitudine, quindi, è per Fie un segno estremamente positivo. Ecco perché si sente serena e soddisfatta. Poi Carl Christian si schiarisce la voce e, prima di alzarsi da tavola e dopo aver ingoiato il boccone di pane integrale, le comunica che le deve parlare. Mentre lo dice non tiene lo sguardo rivolto verso la moglie, ma fuori, sulla siepe che corre intorno a casa. Le spiega di essersi innamorato di un’altra, una dentista come lui, una donna con cui ha molto in comune. La relazione va avanti da un po’. Lei non deve preoccuparsi di nulla, la rassicura: le acquisterà una casa in cui potrà andare a vivere. Fie non parla, non reagisce. Ancora non sa che, quel momento, i suoi migliori amici diventeranno il Valium, il Sobril e farmaci simili…

Un calendario dell’Avvento sui generis, ma fondamentale per guardare la propria vita con occhi diversi e imparare a prendersi cura di sé con indulgenza e maggior consapevolezza. Il romanzo di Siri Østli - autrice norvegese laureata in letteratura francese e russa e in psicologia - mostra come le difficoltà possano trasformarsi in nuove opportunità di rinascita e come un buon consiglio o l’incoraggiamento di un amico sappiano mostrare nuovi percorsi da seguire per raggiungere quella felicità che le circostanze contingenti troppo spesso finiscono per offuscare. Quando il marito decide di lasciarla, Fie è una donna distrutta e sfiduciata, che mette in discussione la sua intera esistenza e il suo ruolo, fino a lasciarsi completamente fagocitare dall’amarezza e dalla convinzione di essere una fallita. La strada per la risalita sembra tortuosa e davvero difficile. Ma lo sprone della sorella, insieme alle parole e ai gesti d’incoraggiamento di nuove figure che gravitano intorno a lei, le consentono di scorgere una luce, che si fa sempre più vivida e mostra con chiarezza quanto i problemi insormontabili e le difficoltà siano in realtà qualcosa che può essere superato. Occorrono soltanto un po’ di fiducia in sé, la voglia di guardarsi con occhi nuovi e la consapevolezza di contare qualcosa, di essere ben più di quanto chi ci è stato accanto fino a quel momento ha pensato di noi. Una lettura leggera e gradevole; un inno alla vita e alle sue mille opportunità. Un incitamento a non farsi travolgere dalle inevitabili contingenze del quotidiano, ma a lasciarsi sorprendere da ciò che la vita ha in serbo per ciascuno di noi. Una sorta di favola moderna, in cui cercare quella spinta motivazionale necessaria, a volte, per affrontare nuove sfide e riscoprire lo stupore e l’incanto che accendono di nuove speranze ogni cammino, anche quello che sembra tortuoso e irto di ostacoli.