
La vita di quest’isola non lo riguarda, l’importante è che nessuno faccia troppe domande a proposito del suo passato. Per questo Ipnomaco evita assemblee e cerimonie religiose, in modo da non avere troppo a che fare con la gente. A nessuno degli abitanti però sembra importare poi molto da dove venga e cosa facesse un tempo il vecchio. Lui d’altro canto se ha qualcosa da nascondere lo fa molto bene e da parecchi anni. Eppure quando un torsolo di mela lo colpisce al volto nel bel mezzo del mercato non può che smettere di sottrarsi al confronto. Gli autori del misfatto sono tre ragazzini: Terentios, che dicono sia in grado di cantare, Sospitarios, capace di lavorare il legno, e Averkios, dai talenti sconosciuti. Hanno abbandonato la matematica e la geometria per importunare Ipnomaco e per questo il maestro li punisce... non solo con frusta e insulti, ma anche con l’assegnazione di un compito: nell’arco di due giorni devono saper narrare la storia del minotauro e del suo labirinto a memoria in rima e musicata. Ipnomaco è l’unico che conosce davvero quella storia, l’unico che potrebbe narrarla se volesse perché tutti conoscono la storia del minotauro, ma pochi sanno di star parlando di Asterione, tutti conoscono la storia di suo padre ma non tutti sanno tutto…
Un tempo lontano, delle isole misteriose e un mito enigmatico. Un labirinto in mare di Matteo Pizzolante racconta, con un occhio rivolto alla filosofia e un altro puntato verso la spettacolarità, dell’eterno dilemma tra realtà e finzione attraverso le vicende di un vecchio tra le isole dell’Egeo. Il mare, che in questo caso caratterizza l’ambientazione e contribuisce molto a costruire il clima leggendario della Grecia antica, non fa da background solo ad Un labirinto in mare, primo romanzo di Pizzolante, ma anche a L’indagine, suo secondo romanzo nonché primo di una polilogia che non avrà purtroppo conclusione per via dell’improvvisa morte dell’autore. Breve ma molto ricco, può definirsi una storia dentro la storia, narrata a cavallo tra un presente che vede Ipnomaco come un anziano pescatore alle prese con gli acciacchi della vecchiaia ed il passato mitico di questi, ritrovatosi da bambino a vagare nel labirinto del Minotauro. Un labirinto in mare è sì un romanzo storico eppure, vista la mole di filosofeggiamenti insiti non solo nei lunghi discorsi tra Ipnomaco e Asterione ma anche nei due intermezzi dei capitoli nove e diciassette, definirlo tale parrebbe riduttivo. La prosa tutta segue infatti un registro alto, quasi poetico, che nonostante appaia a tratti esasperante risulta piacevole per la quasi interità della narrazione, sicuramente riuscendo bene nella restituzione di quell’aria di magia e mistero che aleggia attorno ad un racconto lontano nel tempo: il mito che, come l’odore del mare, è tutto e niente.