
Prima di uscire, Paula si ferma di fronte al grande specchio, controlla i suoi occhi con le iridi dai colori diversi, stende sulle palpebre l’ombretto, stringe le labbra affinché il rossetto si distribuisca meglio, si pizzica le guance pallide per conferire loro un po’ di rossore e non fa caso al suo leggere strabismo, che si nota appena ma si fa più evidente al tramonto. Fuori fa freddo, è gennaio, ma Paula sceglie di non indossare una sciarpa e, anzi, slaccia un altro bottone della camicetta: desidera che il vento le accarezzi il collo e vuole mostrare la sua pelle. Ha appuntamento con i due allievi dell’Istituto di pittura di Bruxelles – frequentato tra l’ottobre 2007 e il marzo 2008 – con i quali è rimasta legata. Erano una ventina in tutto gli allievi iscritti, ma con Jonas e Kate ha stretto un’amicizia particolare e i tre si passano contatti e cantieri e si aiutano a vicenda quando non ce la fanno con le consegne. Ora sono felici di quell’incontro, in quel caffè traboccante di gente, ma nel pomeriggio tutti e tre hanno mostrato qualche reticenza: Kate, dopo una giornata di lavoro piuttosto impegnativa, avrebbe preferito starsene comoda sul divano, a mangiare tarama con le dita, guardando la TV; Jonas avrebbe volentieri continuato a lavorare a un affresco che dovrà consegnare a breve e Paula, appena arrivata da Mosca, si sentiva completamente sfasata. Quando finalmente, facendosi strada tra gli avventori, raggiungono un tavolino, in un angolo del caffè, possono ordinare due birre e uno spritz e sentirsi contenti per essersi ritrovati, mentre le fatiche della giornata scompaiono in un lampo e si può cominciare a parlare. I tre si raccontano le ultime imprese: Kate da otto giorni sta dipingendo un atrio dell’avenue Foch; Jonas sta realizzando un Eden tropicale, otto metri per tre e cinquanta; Paula ha appena concluso la sua esperienza in Russia, sul set del film Anna Karenina…
L’ultimo romanzo di Maylis de Kerangal – scrittrice originaria di Tolone, considerata una delle voci più importanti della narrativa francese contemporanea – trasuda fatica. Non nel senso che si fatichi a leggerlo – ovviamente non si tratta di una lettura semplice, ma le pagine scorrono via snelle, grazie ad uno stile che sa miscelare sapientemente termini tecnici e poesia – ma perché ogni riga racconta la fatica degli studi dei tre protagonisti, nonché le difficoltà che li attendono, una volta ottenuto il diploma, per ottenere nuovi ingaggi, firmare nuovi contratti, svolgere nuovi incarichi e portare a casa nuovi risultati. I tre protagonisti della vicenda, diplomati all’Istituto superiore di pittura a Bruxelles – sei mesi intensi e unici, totalmente immersi nell’arte e nella scoperta dei misteri del trompe-l’oeil, la tecnica che più di ogni altra insegna le illusioni – sono il ritratto di chi ha trovato il proprio ruolo nel mondo artistico, ma ancora non si è affermato in maniera definitiva e deve quindi mettersi in gioco ogni volta, accettando contratti limitati nel tempo che implicano una certa variabile di sfruttamento per l’intera loro durata. Ecco che si creano, ogni volta, nuovi legami, nuove amicizie e nuove routine figlie di una precarietà in qualche modo subita, che sfumano al termine di ogni contratto e rinascono in altri luoghi e accanto ad altre persone. Una realtà apparentemente invidiabile, che nasconde invece il senso di vuoto e la mancanza di punti di riferimento, esattamente la stessa cosa che il trompe-l’oeil racconta. Anche il titolo del romanzo, che pare inondato di luce – la stessa che consente ai pittori di scovare i dettagli che rendono uniche le loro riproduzioni – cela in realtà un’ombra, legata alla consapevolezza che la realtà sia facilmente ingannabile. Il percorso di formazione della ventenne Paula Karst e degli altri suoi compagni di corso Jonas e Kate è una ricerca di autenticità come donna e come pittrice, che si muove sempre sul filo di una doppiezza possibile (arte e artigianato, amore e disinteresse, nuovo e vecchio) e finisce per interrogarsi sulla reale esistenza del mondo. Un testo complesso, che celebra l’arte – altro grande protagonista del romanzo – in generale: citazioni letterarie affiancano rimandi cinematografici e teatrali in un romanzo capace di dipingere con poche pennellate immagini di vera poesia.