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Una bambina

Una bambina

Da anni si occupa di bambini cosiddetti difficili. Torey è un’insegnante speciale, perché ogni sua energia e ogni sua competenza sono a servizio di chi è più fragile e indifeso. Molti sono i bambini dei quali si è occupata negli anni: per ciascuno di essi è stato necessario ricercare le cause del malessere che li opprime e tentare di trovare la miglior soluzione possibile, in grado di aiutarli a ritagliare il loro ruolo all’interno di una società che non li isoli, aggravando in questo modo la loro già troppo fragile condizione psicologica, ma li faccia sentire, se non proprio uguali, meno diversi. Al momento la sua classe è composta da otto bambini problematici. Ciascuno di essi è un caso a sé, che merita attenzione e una buona dose di pazienza. C’è Tyler, che ha otto anni e già per due volte, la seconda delle quali ingerendo acido muriatico che le ha compromesso l’esofago, ha tentato il suicidio; poi c’è Max, che di anni ne ha sei ed è autistico. Ci sono Sarah e Susannah Joy: la prima ha sette anni, ha subito ripetute violenze sessuali e fisiche da parte del padre e da un po’ ha interrotto ogni tipo di comunicazione con l’esterno, chiudendosi in un mutismo quasi assoluto; la seconda di anni ne ha sei ed è affetta da schizofrenia infantile. Le allucinazioni, sia visive che acustiche, sono diventate una costante della sua vita e le sue giornate sono un susseguirsi di ore sempre uguali, durante le quali la bambina altro non fa che dondolarsi avanti e indietro, in una muta e disperata richiesta di aiuto. Ci sono ancora Guillermo - nove anni, cieco e collerico -, Freddie - sette anni e un non meglio precisato disturbo psicologico -, William - nove anni e oppresso da mille paure - e Peter - otto anni, vittima di diverse disfunzioni neurologiche che lo portano a manifestare spesso un atteggiamento violento. Occuparsi di questi bambini per Torey non è affatto semplice e le cose si complicano ulteriormente quando in classe arriva una nuova piccola ospite: si tratta di Sheila, la figlia di una quattordicenne che l’ha abbandonata, quando aveva appena quattro anni, in autostrada, così come troppo spesso si fa con i cani e i gatti...

Una bambina di sei anni priva di autocontrollo, aggressiva e dal passato doloroso e davvero difficile, entra nella vita di Torey Hayden - insegnante che si occupa di bambini tormentati da un destino difficile, che li ha resi fragili e complicati allo stesso tempo - e sconvolge la quotidianità della classe in cui lavora, già segnata da un equilibrio precario e davvero delicatissimo. Sheila - figlia di una quattordicenne che l’ha abbandonata al suo destino e di un uomo spesso ubriaco e violento - si è appena macchiata di un atto vandalico davvero grave: ha rapito il figlio dei vicini di casa, lo ha legato a un palo e gli ha dato fuoco, procurandogli gravi ustioni in tutto il corpo. Il tribunale l’ha condannata alla reclusione in un ospedale statale ma, in attesa che si liberi un posto nella struttura, viene consegnata alle cure di Torey, che prova a prenderla per mano e a raccontarle la nuova realtà con cui la piccola è chiamata a convivere. E si tratta di una realtà costituita da piccoli amici eccentrici e particolari, “un po’ matti” come la stessa insegnante li definisce. Torey Hayden ha scritto la storia di questa bambina torturata, umiliata e sottoposta a terribili sevizie, in poco più di una settimana e solo dopo averla conclusa ha preso in considerazione l’idea di pubblicarla. Il suo tentativo è stato fin da subito quello di far emergere le peculiari capacità di questa ragazzina, segnata da profonde cicatrici e da un’incredibile abilità nei confronti della matematica, vittima di pesanti umiliazioni e con un quoziente intellettivo di gran lunga superiore alla media. La Hayden ha scritto pagine durissime, leggendo le quali è inevitabile provare sdegno: le orribili molestie sessuali di cui la piccola è stata vittima sono raccapriccianti e fanno montare una rabbia difficilmente controllabile in chi legge. Ci sono, per fortuna, anche pagine di speranza e di ottimismo, e sono quelle in cui la piccola Sheila realizza pian piano le proprie capacità e potenzialità. E ci sono pagine che commuovono: sono quelle in cui la bambina racconta, con una tranquillità distaccata e proprio per questo terribile, le proprie angosce e le proprie paure. Una lettura forte, difficile, ma intensa e fortemente consigliata a chi vuole toccare con mano la realtà che, più spesso di quanto si pensi, coinvolge giovani vite e finisce per marchiarle, nella maggior parte dei casi, in maniera irrimediabile.