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Una donna di troppo

Una donna di troppo
La nave da crociera extralusso Sun Duchess naviga lenta nei pressi delle acque della Florida. È una fredda serata d’aprile quando da uno dei ponti della nave Joey Perrone viene letteralmente fatta precipitare in acqua. “Ho sposato uno stronzo” pensa la donna mentre comincia a nuotare per cercare di salvarsi e guarda l’enorme nave da crociera che – illuminata – si allontana irrimediabilmente portando con sé ogni speranza di essere soccorsa. È stato proprio suo marito – Chaz – a farla cadere in acqua: con una scusa s’è chinato, le ha preso le caviglie… e il gioco è stato abbastanza semplice. Chaz è un biologo, o meglio, è uno di quegli inguaribili narcisisti, arrivisti, traffichini e ignoranti, che sono riusciti ad acquistare un PhD e raggiungere una certa forma di rispettabilità sociale basata esclusivamente sull’apparenza. A Chaz interessa molto più il golf – unico argomento di cui parlerebbe per ore (oltre al sesso, ovviamente) – che qualunque altra cosa che non gli frutti del denaro. Joey però ha dalla sua l’essere stata campionessa di nuoto per anni e una forma fisica che non l’ha abbandonata. La ritroverà, priva di coscienza e di indumenti, avvinghiata ad una balla di marijuana che è riuscita a farla rimanere a galla, il giorno seguente Mick Stranahan, ex poliziotto, che trascorre una vita isolata su un isolotto a poche miglia dalla costa cercando di avere meno contatti possibili con la terraferma. Mick è un duro dal cuore tenero, che è sopravvissuto a molti scontri con armi da fuoco e a sei mogli. Tra i due c’è subito feeling e ormai l’unico obiettivo di Joey è di farla pagare a Chaz, di rendergli la vita impossibile…
Scoppiettante, pirotecnico, spassoso, Una donna di troppo non lascia che il lettore si stacchi dalla lettura: si fa apprezzare esattamente come una bibita fresca in piena estate. Carl Hiaasen, pur riuscendo a farci trattenere il fiato e a mantenere alta la tensione emotiva, si distacca dai canoni del noir e riesce a realizzare un lavoro che mescola sapientemente più generi. C’è una storia d’amore, c’è l’ironia tagliente, c’è la sete di vendetta che rende spietati i protagonisti, c’è una vera e propria denuncia ecologia per quel che sta accadendo nelle Everglades della Florida poste sotto assedio dal costante inquinamento causato dai fertilizzanti dei coltivatori di canna da zucchero che rischiano di distruggere uno dei più importanti parchi ed ecosistemi statunitensi. Hiaasen riesce a tenere assieme contenuti politici, uno stile interessante e una trama complessa: non è essere talentuosi questo? Non ci sono eroi in questo romanzo. C’è il mondo nelle sue variopinte sfumature, in cui nessuno è mai esente da colpe e i “buoni” non esistono: c’è chi combatte per le proprie idee e per un mondo diverso - ma sempre possibile.