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Una donna e altri animali

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“Ciao”: una donna con cappotto, stivali, guanti, borsa e biglietto del metrò in mano saluta come è normale il marito – altrimenti detto “compagno della mia vita“ -, ci si aspetterebbe che il coniuge rispondesse con un “Ciao”, un “A più tardi”, al limite un “Dove vai” (che di solito è un proforma) invece no, il marito della Brunella quel “Dove vai” lo dice perché nonostante gli sia stato detto almeno tre volte nei giorni precedenti, non ha ascoltato (cosa che per inciso non fa nemmeno la donna), seguono le regolari obiezioni di uomo abbandonato che per qualche ora dovrà gestire nell’ordine: i cani (che sono già usciti e Brunella rientrerà per nutrirli) la gatta, gli uccelli. Obiezioni respinte, allora fa notare alla moglie - che ricordiamolo, è ancora vestita sulla porta - che fuori fa un freddo cane e che fino al giorno prima lei aveva un piede nella fossa. Piede che lei dice di aver tirato fuori e comunque deve andare. “Non farti rifilare qualche altro lavoro del cavolo”, è l’ultima raccomandazione. La scena si ripete poco dopo, nell’ufficio del direttore del giornale per cui Brunella scrive. Cambiano le obiezioni – stavolta è lei a farle. La prima domanda, “gonfia di oscuri presagi” sembra in realtà del tutto innocua: “Allora, lei cosa sta facendo in questo periodo?”. Scacciate come mosche moleste le cose elencate dalla donna, ovvero il marito i figli le recensioni gli animali e il libro che lei non sta scrivendo, le ordina un’inchiesta urgente. Per di più con delle interviste. Nonostante il medico abbia fatto una specie di giustificazione, che afferma che Brunella non può svolgere lavori urgenti. Peccato che in qualunque momento le vengano assegnati, così finché non arriva l’ultimo momento utile non li fa…

Bianca Robecchi, coniugata Gasperini, nasce nel 1918 o 20 – non si sa con precisione e ancora oggi fa mangiare la polvere a ogni nome – che non faccio – bandiera delle nuove femministe. Brunella, così la chiamavano e così ha deciso di essere conosciuta. Ha iniziato a collaborare con il “Corriere della Sera” e Rizzoli negli anni Cinquanta, per venticinque anni ha tenuto su “Annabella” una rubrica che era un dialogo vero e proprio con le sue lettrici, “Ditelo a Brunella”. E negli anni in cui l’Italia, superato il dopoguerra, si stava ricostruendo, è stata un faro per le donne, portando avanti battaglie ferocissime per i diritti. Tutti e di tutti. Una donna e altri animali segue di molti anni il suo primo romanzo, che è del 1956, ed è una summa, mai completa, di tutti i suoi lavori. È un’autobiografia allargata e a quanto si evince pochissimo romanzata. Gli episodi si accavallano e si intersecano, legandosi senza soluzione di continuità, una parola richiama alla memoria fatti accaduti anni prima ma che sono entrati in un lessico familiare che si tramanda. Ci sono il nonno pistola, la nonna francese che pregava perché “se di volt el ghè” (soggetto sottointeso Dio), i fratelli morti troppo giovani, i figli e gli amici dei figli, gli amici storici, ognuno col suo soprannome, tipo “il nero veloce” e “il Dacci un taglio”, ci sono i nani e gli animali. Un libro che fa ridere e piangere, tanto. Ci sono le battaglie del vivere, i contrasti che si creano in tutte le famiglie e il racconto di come si possono superare con un po’ di buonsenso, tanta fatica e una sana inguaribile allegria. C’è la politica, intesa come impegno sociale. Un libro per tutti: uomini, donne, ragazzi. A dimostrazione di quanto Brunella Gasperini sia attuale, sui social ci sono decine di gruppi che ne parlano, la leggono, organizzano dei “pellegrinaggi” nei suoi luoghi del cuore - San Mamete in Valsolda e gli indirizzi di Milano - gruppi a cui partecipano anche alcuni membri della sua famiglia (nipoti e pronipoti).