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Una serie di sfortunati eventi - La funesta finestra

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Dopo essere fuggiti per un soffio dalle grinfie del perfido Conte Olaf, i tre fratelli Baudelaire vengono portati dal signor Poe sul Lago Lacrimoso, la loro nuova dimora. Questa volta a prendersi cura di loro c’è l’ennesimo lontano ed eccentrico parente di cui non avevano mai sentito parlare: la zia Josephine. Una donna estremamente avventurosa da giovane, ma che, dopo la morte improvvisa del marito, si ritrova ingabbiata in una fitta rete di paure illogiche e trova rifugio solo nel suo amore per la grammatica. Circondati dall’acqua, i fratelli Baudelaire sperano di aver finalmente seminato il loro acerrimo nemico, capace di mille travestimenti e – soprattutto – di ingannare qualunque tutore legale venga affibbiato loro. Ancora una volta, la sfortuna li aspetta, subdolamente nascosta dietro un angolo e sotto forma di occhio tatuato sulla caviglia. Seppur troppo giovani per farlo, sarà compito dei bambini accudire la loro stessa tutrice, così impaurita da non riuscire più a vivere…

Il terzo capitolo di Una serie di sfortunati eventi raggiunge delle vette di iconicità tali da essere stato scelto come canovaccio per il film Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi diretto nel 2004 da Brad Silberling, che ha dato alla zia Josephine il volto di un’attrice del calibro di Meryl Streep. Il pubblico non può fare altro che divertirsi leggendo le duecento e passa pagine che compongono questa ennesima avventura dei Baudelaire, seppur rammaricandosi dinanzi al comportamento degli adulti e alla loro cecità al cospetto del perfido Conte Olaf. Il personaggio della zia Josephine e ben costruito ed emblematico di ciò che la perdita e il dolore possono fare allo spirito di una persona, fiaccandola e rendendola il guscio di ciò che era in precedenza. Lo stile di Snicket funziona sempre molto bene, anche grazie alla mirabolante traduzione di Elena Spagnol – soprattutto pensando all’uso frequente di allitterazioni, mantenuto senza troppo sforzo anche in italiano. Uno dei punti forti di questa serie, oltre ovviamente alla forte ironia e alla satira che pervade le pagine, consiste nell’assenza di cali di tensione narrativa a mano a mano che la storia dei Baudelaire avanza. I personaggi restano coerenti, Snicket mantiene viva la comunicazione con i lettori, ai quali fa capire senza troppe ambiguità ellittiche quanto sia stupido trattare i bambini come se non fossero in grado di capire ciò che li circonda e, per questo, riserva lo stesso trattamento ai personaggi adulti. Una nuova disavventura coi fiocchi, che non fa che accendere la curiosità di chi legge, per scoprire quali infauste notizie pioveranno sulla testa dei fratelli protagonisti.