
Attraversiamo una fase storica delicata, di regressione e di crisi della democrazia. Il Novecento è stato il secolo in cui i diritti umani (dopo due terribili conflitti mondiali) si sono affermati attraverso la Dichiarazione Universale del 1948 e molte delle coeve Costituzioni dei Paesi che uscivano dalle macerie della Seconda guerra mondiale. Il tempo che viviamo sembra, invece, quello della loro erosione, in particolare sul fronte dei diritti civili, delle donne, delle minoranze e dei migranti. Contro il diritto d’asilo abbiamo visto formarsi all’interno dell’UE delle vere cordate di Stati con l’intento di sbarrare l’ingresso ai richiedenti che, in base ai trattati, avrebbero il diritto di entrarvi. Anche l’Italia non è immune dal rischio di retromarcia su questo terreno e ciò riguarda ovunque pure i diritti sociali, il diritto al lavoro e alla salute. Intervistata dalla brava giornalista Eleonora Camilli, la competente deputata italiana Laura Boldrini descrive la situazione internazionale attuale e sollecita ciascuno a mobilitarsi per la difesa, la conquista o la riconquista, dei diritti e delle libertà di tutti. Prima di suggerire attività pubbliche, collettive e associative solidali e coerenti parte sempre dall’analisi dei principali fenomeni globali in carne e ossa: popoli in fuga, migranti e rifugiati; populismo, nazionalismo, neofascismo; ruolo delle istituzioni e della politica; invadenza dei social e dei messaggi d’odio. Possiamo immaginare un futuro diverso, più inclusivo e sostenibile, se i giovani si faranno carico dei diritti e della loro salvaguardia. Se saranno loro a cambiare le priorità dell’agenda politica e a rafforzarle con la loro attiva partecipazione. Sono tante le ragazze e i ragazzi che si mobilitano per la libertà di Patrick Zaki e per la verità su Giulio Regeni. E questo ci fa ben sperare, conclude Boldrini...
Laura Boldrini (Macerata, 28 aprile 1961) è divenuta famosa, nota a praticamente tutte le italiane e gli italiani, quando è stata eletta presidente della Camera dei Deputati il 16 marzo 2013. Aveva avuto onorevoli impegni e rilevanti incarichi anche nei decenni precedenti. Nata e cresciuta nelle Marche, dopo la maturità classica a Jesi si è laureata in Giurisprudenza a Roma, iniziando già durante il corso di studi a viaggiare e lavorare in giro per il mondo, diventando anche giornalista pubblicista, finché nel 1989 è stata capace di vincere un concorso e ha così iniziato la carriera professionale all’Onu presso varie agenzie e programmi. Partendo dalla sua esperienza, risulta proprio utile e interessante un volume che fa il punto sui diritti che devono diventare fatti: posti di lavoro, salari adeguati, asili nido, giustizia rapida ed efficace, centri antiviolenza, protezione delle minoranze. Nelle risposte, Boldrini accenna ogni tanto alle vicende personali (di mamma girovaga, con una recente delicata malattia) ma l’attenzione prevalente riguarda questioni politiche, nazionali e internazionali: le guerre e le migrazioni forzate, gli stranieri e la necessaria riforma della legge sulla cittadinanza, le forze politiche di destra e di sinistra oltre al recente arrivo del M5S (che molto la attaccò con offese cieche e scurrili, quanto la Lega), la sottovalutazione del neofascismo, la prima candidatura da parte di Sinistra Ecologia Libertà e l’interpretazione della funzione di terza carica dello Stato italiano, il caso di Luca Morisi, la campagna di sensibilizzazione #AdessoBasta, il linguaggio di genere, la legge Zan (colpevolmente affossata), il fine vita, le politiche contro la pandemia in corso. Oltre a domande puntuali e argomentate, Camilli firma la prefazione, mentre la postfazione è affidata a Giorgia Serughetti.