
Italo Pizzo è un giovane sanremese. Nell’estate del 1943 viene arruolato nella Regia Marina Militare. La sua destinazione è La Spezia, dove è ancorata la flotta italiana. Quando arriva nella città ligure Italo si rende conto della nave sulla quale sarà imbarcato: la corazzata Roma, fiore all’occhiello della Marina italiana, varata nel 1940 e consegnata due anni dopo. Una nave nuovissima e inaffondabile, vero terrore del Mediterraneo, ammiraglia di una flotta che comprende anche le gemelle Vittorio Veneto e Littorio, ribattezzata Italia dopo la caduta del fascismo nel 25 luglio del 1943. Italo viene assegnato al settimo reparto, quello dei fuochisti, che ha il compito di far funzionare le caldaie che muovono l’intera imbarcazione. La vita di bordo è alquanto noiosa, perché la Roma si muove solo per sporadiche esercitazioni. Ma l’8 settembre accade un fatto che cambia definitivamente le sorti dell’intera nazione: Pietro Badoglio firma l’armistizio con gli Alleati; l’Italia pone fino al conflitto al fianco della Germania. Il 9 settembre la flotta italiana riceve l’ordine di salpare. Tutte le navi devono trasferirsi in porti controllati dagli Alleati. Mentre la flotta naviga in mare aperto viene avvistato uno stormo di Dornier, i letali bombardieri tedeschi. Quando la prima bomba sfiora la Roma è il panico. La seconda fa centro e si scatena l’inferno. Nelle acque del golfo dell’Asinara alle 16.11 la corazzata Roma viene affondata e con essa trovano la morte 1393 dei 2021 uomini dell’equipaggio. Italo Pizzo riesce miracolosamente a salvarsi, ma inizia per lui una lunga odissea…
L’8 settembre 1943 rappresenta per l’Italia un capitolo di storia amaro, doloroso. Un Paese spaccato a metà, in cui una lotta fratricida contrapponeva fratelli divisi e costretti a combattere. Un Paese in cui le navi militari non sapevano in quali porti approdare. Un Paese che non sapeva più distinguere l’amico dal nemico. Andrea Amici prova a fare luce su questo periodo, che vide l’affondamento della nave più forte di tutto il Mediterraneo: la corazzata Roma. Una nave contesa dalla brama trionfalistica degli alleati e dall’ottusità oltranzista dei tedeschi. Una nave che fu lo specchio di un’Italia che affondava, colpita da coloro che diffusero il verbo del male in tutta Europa. Una nave in cui era imbarcato Italo Pizzo, nonno di Andrea Amici, socio fondatore dell’Associazione Regia Nave Roma e sommozzatore dei Vigili del Fuoco. Un giorno si è imbattuto in un vecchio quaderno che conteneva le memorie del nonno e ha deciso di approfondire quella che è stata una parentesi dolorosissima della storia della Marina Militare Italiana. Una tragedia italiana nasce dal diario che Italo scrisse per conservare la memoria di quegli anni bui e viene integrato dalle testimonianze degli altri superstiti, aprendo una finestra dalla quale possiamo assistere a ciò che realmente accadde in quei tragici momenti. L’abilità dell’autore risiede nell’aver trasformato il materiale raccolto in un racconto avvincente, una storia commovente che narra un viaggio verso l’unica speranza che i giovani italiani del ’43 covavano nel loro animo: tornare a casa e abbracciare la propria famiglia. Un racconto che esige e pretende la nostra attenzione affinché storie come questa non si inabissino come la corazzata Roma nel dimenticatoio della Storia.
L’8 settembre 1943 rappresenta per l’Italia un capitolo di storia amaro, doloroso. Un Paese spaccato a metà, in cui una lotta fratricida contrapponeva fratelli divisi e costretti a combattere. Un Paese in cui le navi militari non sapevano in quali porti approdare. Un Paese che non sapeva più distinguere l’amico dal nemico. Andrea Amici prova a fare luce su questo periodo, che vide l’affondamento della nave più forte di tutto il Mediterraneo: la corazzata Roma. Una nave contesa dalla brama trionfalistica degli alleati e dall’ottusità oltranzista dei tedeschi. Una nave che fu lo specchio di un’Italia che affondava, colpita da coloro che diffusero il verbo del male in tutta Europa. Una nave in cui era imbarcato Italo Pizzo, nonno di Andrea Amici, socio fondatore dell’Associazione Regia Nave Roma e sommozzatore dei Vigili del Fuoco. Un giorno si è imbattuto in un vecchio quaderno che conteneva le memorie del nonno e ha deciso di approfondire quella che è stata una parentesi dolorosissima della storia della Marina Militare Italiana. Una tragedia italiana nasce dal diario che Italo scrisse per conservare la memoria di quegli anni bui e viene integrato dalle testimonianze degli altri superstiti, aprendo una finestra dalla quale possiamo assistere a ciò che realmente accadde in quei tragici momenti. L’abilità dell’autore risiede nell’aver trasformato il materiale raccolto in un racconto avvincente, una storia commovente che narra un viaggio verso l’unica speranza che i giovani italiani del ’43 covavano nel loro animo: tornare a casa e abbracciare la propria famiglia. Un racconto che esige e pretende la nostra attenzione affinché storie come questa non si inabissino come la corazzata Roma nel dimenticatoio della Storia.