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Un’estate in montagna

Un’estate in montagna

Estate 1919. La guerra è finita. Elizabeth cerca un po’ di pace nella sua baita in montagna. Vuole disintossicarsi dal mondo e questo posto le sembra l’unico riparo. Arrivare fin quassù è faticoso ma la tranquillità che vi regna ripaga dello sforzo. Un tempo però non era così. Al posto del silenzio vi era un costante brusio, le pareti della casa riecheggiavano delle chiacchiere degli ospiti, che mai mancavano. “Quanto ero ricca di amore cinque anni fa; e quanto sono povera e spogliata di tutto, adesso. Beh, in fondo non importa. Nulla importa. Sono troppo stanca. Voglio soltanto tranquillità”, pensa Elizabeth. L’aspettano giorni di quiete, senza dubbio. Ma la solitudine a volte la spaventa, le riempie il cuore di allarme. A volte pensa di poterne morire, di solitudine. E così non può che essere felice quando il 14 agosto, giorno del suo compleanno si imbatte in due donne che si sono smarrite. Le accoglie in casa, con l’animo trepidante per questa novità inaspettata. Una volta entrate, le due, stanchissime, crollano addormentate per ore, fino a che la padrona di casa non le sveglia per un tè. I loro nomi sono Mrs Barnes e Mrs Jewks, ma tra loro si chiamano Kitty e Dolly. Sono sorelle, hanno dieci anni di differenza, cinquant’anni la prima, quaranta la seconda. Nascondono segreti dolorosi, che hanno segnato le loro esistenze in modo indelebile, in particolare Dolly, protetta con infinita devozione dalla sorella maggiore. Finiranno per rimanere lì qualche settimana e, se all’inizio i rapporti si caratterizzano da ostentata cortesia e affettate conversazioni, alla fine alcune confidenze delicate faranno sì che tra le tre nasca una profonda amicizia. Finchè, a unirsi alla compagnia, sarà anche zio Rudoplh, anziano decano, che sconvolgerà gli equilibri delle tre donne…

Continua il progetto di Fazi editore di riscoperta e ripubblicazione dei romanzi di Elizabeth von Arnim, scrittrice britannica nata in Australia nel 1866 e cugina della più nota Katherine Mansfield, in una nuova traduzione e in una brillante veste grafica. Un’estate in montagna è il diario di una donna altolocata, sfinita dalla guerra e dalla solitudine, apparentemente in cerca di quiete, in realtà con un disperato bisogno di compagnia. Nella prima parte del libro, la protagonista si sofferma su ricordi dolorosi, di quando quella baita brulicava di persone, che ora, in molti casi, non ci sono più, hanno perso la vita nel terribile conflitto mondiale. Una scrittura in prima persona che talvolta scorre con lentezza ma che diventa più concitata, rispecchiando l’animo dell’io narrante, all’arrivo delle ospiti inattese. Elizabeth è emozionata ma a tratti bloccata nel rapportarsi a queste nuove persone. È quasi goffa nell’esprimere i suoi sentimenti e i loro rapporti sono intrisi di formalità. Finché non emergono i tratti più insoliti delle due donne, che quasi le umanizzano: il passato scabroso di Dolly, la maniacale volontà di controllo e protezione da parte della sorella maggiore Kitty. È a questo punto che le rigidità spariscono, i rapporti si distendono, tutto è più chiaro e naturale. E, seppur verso la fine, non mancherà neanche qualche colpo di scena.