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Un’estate a Palermo

Un’estate a Palermo

Carlo Farkas fuma parecchio. Lo fa per concentrarsi meglio, il carabiniere, soprattutto da quando lo hanno mandato a Palermo per punizione. Viene da lontano, il capitano Farkas. Come è facilmente intuibile dal cognome è triestino, figlio di esuli istriani. Fuma anche adesso, in piedi davanti alla carnizzeria, come chiamano in Sicilia le macellerie. È una scena da eccidio, l’ennesima di questi maledetti primi anni Ottanta. Un’esecuzione da cowboy in pieno giorno, alle undici del mattino, nel centralissimo borgo di Sant’Anna, tra il salotto della città e il porto. Sono anni che a Palermo si ammazza così, impunemente. È in corso una guerra che manco a Beirut durante il conflitto civile. Boss contro boss, per la precisione corleonesi contro palermitani. I viddani vogliono prendersi tutto e per questo stanno scannando i mafiosi di città uno dopo l’altro. La modalità è sempre la stessa: colpi di kalashnikov come se piovesse per fare più rumore apposta e distruggere tutto. Questa è la firma dei capi corleonesi Riina, Bagarella e Provenzano. Lo stato resta perlopiù a guardare, come inerme e quasi soddisfatto che “i malacarne si ammazzino fra loro”. Qualcuno però non ci sta, vuole capire e vuole mettere la parola fine a questa metastasi che sta consumando Palermo, la Sicilia e l’Italia tutta. Ci sono due magistrati testardi e coraggiosi di nome Paolo Borsellino e Giovanni Falcone che corrono sempre sul posto dopo ogni omicidio, indagano, chiedono. A Farkas questi due piacciono e per questo è contento di essere il loro mastino sul campo di battaglia…

Alessandro de Lisi è un giornalista palermitano da sempre impegnato a raccontare la criminalità organizzata. Ha pubblicato decine di inchieste e l’impegno civile è uno dei suoi elementi più riconoscibili. Si è anche fatto promotore di interessanti iniziative culturali, sempre legate alla lotta alla criminalità organizzata, come l’avere portato opere degli Uffizi in una villa confiscata a un boss di Casale di Principe o avere organizzato la prima mostra nell’Aula Bunker di Palermo, nelle celle che hanno ospitato Salvatore Riina e Giovanni Brusca. Un’estate a Palermo è un romanzo che ha come sfondo la cosiddetta “mattanza” di Palermo, durante gli anni della seconda guerra di mafia. I personaggi reali, anche conosciuti in prima persona dall’autore, e quelli di fantasia si mescolano in una trama veritiera e convincente su quei terribili anni della storia recente d’Italia. I giudici Falcone e Borsellino vengono tratteggiati con tutta la loro umanità, soprattutto nell’episodio del loro trasferimento al carcere dell’Asinara nell’estate del 1985 per preparare l’istruttoria del Maxi Processo. La scrittura è giornalistica, asciutta, mai pomposa né retorica. Il romanzo è un vero e proprio omaggio ai siciliani onesti, un invito a ricordare sempre, impreziosito dalla prefazione di Maria Falcone, sorella del magistrato scomparso a Capaci.