Salta al contenuto principale

Valentina. I Sotterranei

Valentina. I sotterranei
Valentina Rosselli, celebre e sensuale fotografa, viene contattata dal giornalista Lawrence O' Brien per un servizio fotografico a cinquecento metri sotto terra. I soggetti? Misteriosi scheletri umani...Assieme allo speleologo Leone Carradini e al professor Benjamin Mackintosh, scopritore delle grotte sotterranee, Valentina si avventurerà per i meandri di questo labirinto lontano dalla luce.Presto il destino della spedizione si fa tragico: tutti, tranne l'eroina, vengono ritrovati pietrificati.Philip Rembrandt, critico d'arte e storico compagno della bella si getterà così alla sua ricerca, in un vero e proprio viaggio al centro della terra. Il mondo sotto i nostri piedi è fatto di misteriosi cunicoli e città intricate ed è abitato da una popolazione (i cavalieri degli abissi) con la quale Philip sembra avere una certa affinità fisiognomica, da donne enormi come montagne, segni zodiacali colossali e grandi lemuri addomesticabili. Non sembra forse la trama di un appassionante telefilm? È quello che pensa il regista Arno Treves, parigino di Venezia, che costringerà una Valentina rediviva ad impersonare se stessa per le riprese della fantasmagorica “avventura allucinante nella profondità degli abissi”, che catapulterà i tre (regista, fotografa e critico) in un nuovo viaggio d'esplorazione in cui ci sarà spazio (non chiedetemi come) per Annuska, pazzoide russa che se ne va in giro indossando solo una pelliccia, una villa ottocentesca misteriosamente abbandonata, e un (forse scontato?) triangolo amoroso...
Se Guido Crepax avesse bisogno di presentazioni, la trilogia de I sotterranei della sua icona Valentina (I sotterranei, Valentina perduta nel paese dei sovieti, La discesa) sarebbe il biglietto da visita forse più rappresentativo. Di certo il più elaborato, contorto, sognante. Crepaxiano, per dirla con un neologismo che potrebbe al contempo significare surreale e surrealista. Sì perché non solo in questa saga possiamo ritrovare gli elementi della genesi del personaggio (si fa luce, ad esempio, sulle nebulose origini di Philip Rembrandt alias Neutron, originario protagonista della striscia del “fumettaro” milanese poi scalzato dal bel caschetto nero) ma vengono presentate molte delle componenti che saranno, negli anni, tratti distintivi. Oltre ad un gioco citazionistico a scatole cinesi (personaggi con la faccia di personalità storiche e il cognome di altre, immagini simboliche che strizzano l'occhio al periodo storico e alle vicende europee del dopoguerra, faziose dichiarazioni dei protagonisti verso altri personaggi dei fumetti), la componente onirica ne I sotterranei non è solo predominante ma proprio strutturante. Le tre vicende si articolano come un vero e proprio sogno ad occhi aperti, nei cui interstizi rimangono incastrati stracci di onirismi ancor più confusi. Se parte di ciò che sogniamo è rielaborazione di quel che abbiamo vissuto, quanto potranno mai essere fantasiosi i sogni di una bella moretta intrappolata sotto un chilometro di terra? Ecco perciò che la psiche della protagonista è alla mercé del lettore, che può osservare quest'ultima, immancabilmente lasciva e distrattamente succinta, destreggiarsi come fragile donzella in difficoltà o impietosa dominatrice, ingenua innamorata o libertina figlia dei Sixties. I tre episodi (datati 1965-67) puntano l'accento anche su una certa evoluzione stilistica del tratto del grafico pubblicitario reinventatosi (per fortuna!) fumettista: il segno a cui Valentina & co. devono la vita è al servizio del racconto pur non divenendone contorno: alle tavole elaborate de I sotterranei, interamente ambientato nel barocco sottosuolo si sostituiscono progressivamente le forme rotonde e i neri pieni dell'ambiente parigino in La discesa, mentre ai dettagli dei casti (?) abiti delle donne delle città sommerse, i vestiti pop di Valentina. Divertente, colto, artisticamente ineccepibile: Crepax è il papà di una fanciulla a cui tutti vorrebbero chiedere la mano.