
Nel rigoglioso giardino di una villa argentina una signora, anziana ma non troppo e ancora discretamente attraente, sta strappando le ortiche, occupazione che la rilassa più di ogni altra. Il rilassante esercizio viene però interrotto dalla cameriera che le reca il biglietto da visita di un signore che la cerca, con una certa urgenza. Sul biglietto si legge che si tratta di un certo dottor Kerr, Marcelo J. Kerr per la precisione, una persona che la nostra non ricorda - o non vuole ricordare - di aver mai conosciuto. Obbligo di ospitalità o curiosità che sia, la signora accetta di ricevere Kerr e apprende da lui pochissime cose, anzi quasi nessuna cosa, se non che le vuole affidare un incarico importante, misterioso e in terra straniera, in Messico. L’incarico consiste nel sorvegliare un misterioso e ricchissimo individuo che può permettersi di risiedere in qualunque parte del mondo, sempre in dimore di lusso, e che, al momento, è appunto in una sua villa in Messico. La nostra signora avrà albergo, aereo e spese pagate, oltre a un lauto stipendio che le consentirà di acquistare tutti i vasi di alabastro e i tappeti di Bukara che ha sempre sognato e mai comperato. La nostra eroina lascia dunque in patria le quattro figlie, due delle quali in attesa di un bebé, a cui è affezionatissima e atterra a Las Lomas dove, ospite di un albergo yankee e abbigliata da yankee in vacanza, con tanto di macchina fotografica e di guida in inglese della città in mano, come si conviene al suo importante incarico investigativo, cerca di attirare l’attenzione del miliardario di cui conquisterà la fiducia e carpirà i segreti. Forse...
La protagonista del giallo, signora apparentemente innocua e banale, vedova con quattro figlie, una cameriera e un giardino da coltivare e da ammirare, in realtà può vantare un passato di spia antinazista. Quando un nuovo incarico di spionaggio e indagine le viene affidato si risveglia in lei il desiderio, anzi l’urgenza, di tornare in campo, senza paura. La narrazione scorre fluida e si abbandona spesso al dialogo, arguto e divertente, tra i personaggi nonché a riflessioni sulla vita e i destini degli esseri umani. Angélica Gorodischer, nata a Buenos Aires nel 1928 e morta a Rosario nel 2022, ha scritto numerose opere di narrativa molto apprezzate nel suo Paese e diffusamente tradotte in Europa e negli Stati Uniti. Sensibile al tema dei diritti umani e in particolare dei diritti delle donne, la scrittrice anche in questo suo romanzo spiritoso e leggero non trascura la causa dell’emancipazione femminile, rivendicando, attraverso la protagonista, il ruolo della donna capace di eccellere anche in attività e modalità di pensiero tradizionalmente considerate maschili: “Io posso indovinare tutto anche senza l’aiuto di Kerr. Non si tratta di indovinare, non sono un’indovina, non sono una strega, tutte noi donne siamo streghe, non possiamo esimerci, non toccate dalla Ragione Onnipotente per fortuna, saliamo allegramente sul falò o scendiamo allegramente nell’arena [...] Causa e conseguenza, deduzione, logica, rigore, teorizziamo, deduciamo, riflettiamo”.