
Il vento tiepido del sud dirada la nebbia notturna. Ma il bosco, gli alberi e le pietre restano impregnati di umidità. Sempre così, in Finlandia. Di tutta quella terra solitaria ad Einari è toccato un pezzo vicino ad un costone roccioso. Niente a che vedere con il suo sogno di un pezzo di bosco o di stagno dove poter coltivare quanto basta per sé, la moglie e i figli. Il suo padrone, il signor Kurkimiaki, gli ha assegnato in affitto un luogo vicino alla sua proprietà perché fosse sempre puntuale al lavoro. E gli ha anche venduto assi, chiodi e mattoni per costruire una caldaia e un bagno, terra e torba per creare un piccolo orticello. Né per la casa, né per la terra, né per il materiale ha voluto un soldo. Come moltissimi altri contadini, dovrà lavorare tutta la vita, senza percepire salario, per ripagare il suo padrone. E avere la speranza di lasciare una casa ai suoi figli. Da buon operaio, riesce a non partire per la guerra: il suo padrone, per puro interesse personale, lo inserisce nell’elenco dei lavoratori indispensabili. Non tocca la stessa sorte a suo fratello Vilho, incapace di farsi apprezzare per via del suo brutto carattere: sempre scontento, ribelle e senza vergogna alcuna. Ma con la spinta verso la giustizia che vuol dire, per lui, tutela dei diritti dei contadini. Vilho è così concentrato sui suoi ideali che sembra non accorgersi dell’interesse della figlia del padrone nei suoi confronti…
Vento del sud vince nel 1947 il premio Stalin per la capacità di raccontare un momento storico complesso: la Guerra d’Inverno del 1939, le lotte operaie, il consolidarsi del pensiero comunista. Elmar Grin (pseudonimo di Aleksander Vasil’evič Jakimov), attraverso dettagliate descrizioni di paesaggi che rendono gli scenari quasi reali e con un linguaggio semplice ed emotivamente ricco, racconta una nazione intera. Tutta la cultura finlandese sembra condensarsi nella storia di due fratelli diametralmente opposti: Einari è paziente e bonario, Vilho è appassionato e irascibile. Einari racconta la Finlandia agricola, legata alla terra (“Non abbandonare la terra” recita un vecchio adagio) e ai valori tradizionali. Vilho rappresenta la modernità, l’insofferenza verso lo sfruttamento cieco e sprezzante dei diritti degli “operai agricoli senza terra”. Due fratelli in contrasto. Una nazione divisa tra passato e futuro. La lotta tra l’uomo e la natura. Il conflitto tra Finlandia e URSS. Cammino personale e visione generale. Non sempre la realtà, però, è nettamente distinta tra bianco e nero. Sarà la guerra ad insegnare ai due fratelli (e ad una nazione intera) l’importanza delle sfumature, nel mescolare le posizioni e imparare a guardare la realtà con occhi nuovi. Liberi e limpidi come il paesaggio ripulito dal vento del sud.