
A Viola piace tanto il Blu, colore che, come tutti gli altri, la bambina scrive usando la maiuscola, perché secondo lei ogni colore è unico, proprio come le persone. Viola adora il Blu perché è il colore del mare e degli occhi della mamma; lo ama in tutte le sue sfumature, sia quando è scuro come la sera, sia quando è chiaro come l’acqua o brillante come il cielo durante le luminosissime giornate estive. Qualcuno, tuttavia, ogni tanto le dice che il Blu non può davvero piacerle, perché è il colore dei maschi, mentre lei è una femmina e, pertanto, deve preferire il Rosa. Ma Viola ha una vera e propria passione per il Blu, tanto che il suo zaino è Azzurro e la nonna le ha cucito, per affrontare le fredde giornate d’inverno, un cappottino Celeste che la bambina adora. Questa storia che il Blu è il colore dei maschi e il Rosa quello delle femmine Viola davvero non lo capisce. Il pesco fa i fiori Rosa, ma è un maschio. Anche il melo ha boccioli Rosa ed è di nuovo un maschio. Le genziane, invece, hanno un nome da femmine, eppure fanno i fiori Blu. Insomma, qualcuno deve spiegarle meglio questa questione e, forse, la persona più adatta a chiarirle le idee è il suo papà, che fa il pittore e di colori se ne intende parecchio. È maggio, è venerdì pomeriggio, il cielo ha un meraviglioso colore azzurro e il papà è in giardino e sta curando le piante. Appena vede la figlia avvicinarsi, con gli occhi stretti, sa già che sta per fargli una domanda importante. La piccola, infatti, vuol sapere chi ha deciso che il Blu debba essere per forza il colore dei maschi e il Rosa quello delle femmine. Il papà osserva la sua piccola, poi le passa le mani tra i capelli e la invita a sedersi con lui sotto il portico, dove potrà raccontarle una storia che potrà fare un po’ di chiarezza. Eh sì, il papà le racconta che una volta il Blu era il colore delle femmine e significava grazia, dolcezza e bellezza, virtù considerate desiderabili per il sesso femminile, così come la mansuetudine…
Una storia graziosa e delicata, ispirata alle conversazioni con le figlie, in cui Matteo Bussola – una laurea in Architettura, fumettista, illustratore e scrittore – sottolinea la forza della diversità (anzi, soprattutto dell’unicità) e l’importanza di mostrare rispetto nei confronti di tutti i colori della vita, tutti i suoi dettagli e tutte le sue connotazioni. Arricchito da illustrazioni monocromatiche, sulla sfumatura del blu, Bussola regala ai giovani lettori – anche se la storia è indicatissima pure per un pubblico adulto – una vicenda estremamente semplice ma di forte impatto e necessaria. I dialoghi tra Viola – bambina sveglia, vivace e curiosa – e il padre – artista che, grazie ad un orario di lavoro piuttosto elastico, riesce a dedicare parecchio tempo alla figlia e a seguirla durante le attività quotidiane – arricchiscono entrambi e, soprattutto, contribuiscono ad allargare gli orizzonti della piccola e a non imbrigliarla in quei soffocanti e inutili stereotipi con cui troppo spesso finiamo per etichettare chi è diverso da noi. Non esistono attività esclusive per maschi o per femmine, né colori che identifichino il sesso maschile o quello femminile. Esiste solo la libertà di essere se stessi, nella propria unicità, senza ghettizzazione alcuna nei confronti di ciò che è diverso dal nostro immaginario. Così come il maschile e il femminile non sono territori separati ed impermeabili tra loro, allo stesso modo l’unica strada per combattere ogni forma di discriminazione deve partire dalla capacità di riconoscere l’altro come uguale a noi. Una lettura davvero godibile, ricca di spunti di riflessione, che l’autore stesso ha espresso in maniera estremamente chiara: “Ognuno di noi – a prescindere dal suo genere d’appartenenza – ha diritto ad accedere a tutte le sfumature dell’animo e dei sentimenti. Ammesso e non concesso che ci siano attitudini “solo o prevalentemente maschili” e altre “solo o prevalentemente femminili”, dobbiamo avere il coraggio di dire che tutti conteniamo maschile e femminile. Solo, in porzioni variabili. Perciò tutti abbiamo diritto di accedere a tutto: alla forza e alla tenerezza, alla dolcezza e alla determinazione, alla rabbia e alla gentilezza. Tutti abbiamo diritto di dipingerci con i colori che vogliamo. Nessuno dovrebbe venire a dirci quali caratteristiche dovrebbero appartenerci per genere o per statuto”.