Salta al contenuto principale

Volevo essere Freddie Mercury

Volevo essere Freddie Mercury

Costa più o meno settantamila euro l’ultima fissazione di Parente. Inutili gli sforzi di farlo desistere da parte dei suoi amici. Negli intervalli, ultimamente sempre più rari, in cui riesce a scrollarsi di dosso il suo perenne torpore alcolico e farmaceutico, lo scrittore che per scrivere ha rinunciato a vivere sa essere davvero ingegnoso. Stavolta è riuscito a farsi dare cinquantamila euro da vari editori – compresa la povera Betty Wrong, amica vera, alla quale perciò ne ha chiesti solo cinquemila – come anticipo non solo per lo stesso libro, ma per un libro che al momento neanche esiste e che, forse, mai esisterà se si prosegue su questa china. Gli altri, probabilmente, li rimedierà dalla madre, che quasi si vergogna di avere un figlio che non è riuscito a diventare uno scrittore famoso e pieno di soldi ma che si vergogna ancora di più nel sapere che potrebbe essere un pezzente alla canna del gas. Giulia, la sua amica cervellona, che suo malgrado ha acconsentito ad avviare uno scambio epistolare con il nostro affezionatissimo, prova in tutti i modi ad aggrapparsi alla razionalità o, al limite, al buon senso, ma quando Parente si fissa con qualcosa diventa un problema distoglierlo. È instabile e capriccioso, diabolicamente puerile e ossessivo. Ma cosa ha attratto stavolta l’animo concupiscente di Parente? Qualche altra diavoleria superoistica? Niente affatto. Si tratta di una giacca. O meglio, della giacca di Freddie. Quella color giallo canarino indossata nel leggendario concerto di Wembley dal frontman dei Queen...

Con Volevo essere Freddie Mercury ritorna Massimiliano Parente, ma non solo il Massimiliano Parente scrittore, anche il Massimiliano Parente personaggio e anche il Massimiliano Parente maschera e anche il Massimiliano Parente Massimiliano Parente – che dio solo sa che cazzo significhi – e infine il Massimiliano Parente Freddie Mercury. Per cercare di fare un po’ di chiarezza, bisogna dire in primo luogo che ci troviamo di fronte a un romanzo epistolare scritto a quattro mani con Giulia Bignami, chimica, autrice e collaboratrice di varie testate online e non solo. Il sodalizio artistico fra i due, corroborato da un’amicizia limpida e schietta che traspare da ogni pagina, genera un’opera estremamente densa e complessa, seppur volutamente annacquata in un’apparente superficialità dal gusto squisitamente pop. Nelle oltre 300 pagine di questo Volevo essere Freddie Mercury si assiste al lento e inesorabile declino psico-fisico dell’autore - ormai talmente sovrapponibile ai suoi debordanti döppelganger libreschi da risultarne indistinguibile - e ai tentativi, generosi e razionali al tempo stesso, di Shelly/Giulia di provare a mappare il caos del suo confusionario e autodistruttivo amico, il quale sembra trovare un qualche conforto solo nella musica dei Queen e, in particolare, nella figura del suo leader, Freddie Mercury. Ipnotizzato sin da ragazzo dalle gesta di Mercury, Parente arriva ad acquistare per una cifra folle la sua giacca gialla indossata nel leggendario concerto di Wembley, ma neanche questo riesce a placare il suo going slightly mad. Pagina dopo pagina si naufraga in una depressione rassegnata e consapevole, che annulla progressivamente ogni slancio vitale del protagonista, allo sbando nella vita lavorativa di scrittore quanto in quella privata. Egli sembra rianimarsi solo quando parla di Mercury. E allora perché non provare a trasformarsi in Freddie, incisivi sporgenti compresi? Ma non dovrà essere un mero travestimento, dovrà pur esistere un modo di alterare il proprio patrimonio genetico per diventare davvero e per sempre Freddie Mercury. Parallelamente a questo bizzarro tentativo, l’ossessione “freddiana” di Parente si espande a macchia d’olio, tra intense visite nei luoghi del mito – Montreaux, Kensington – e citazioni di brani e aneddoti sulla band, sino ad arrivare a un epilogo teatrale in grado di coniugare lo spirito ora tragico, ora grottesco di questo romanzo iperbolico e intimo allo stesso tempo.