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Wool

Wool

Da secoli vivono sottoterra, rinchiusi in un silo che si sviluppa verticalmente, come una torre altissima ficcata nel sottosuolo e percorsa da una interminabile scala che attraversa decine e decine di piani. Ogni cibo e bene è razionato e la natalità è sottoposta a un rigido controllo. In superficie, a quanto ne sanno, c’è solo la morte: l’aria è velenosa o radioattiva, o tutte e due le cose. In ogni caso nessuno sopravvive a lungo, là fuori. Pare. L’unico contatto con quel mondo letale è uno schermo televisivo, un’unica inquadratura fissa da video di sorveglianza: spoglie collinette e in lontananza gli scheletri di acciaio e cemento di una città in rovina. Tutto è offuscato dalla polvere depositata sull’obiettivo della telecamera esterna del Silo. La lente viene pulita ogni tanto, da coloro che vengono condannati a morte e fatti uscire dal Silo. Per motivi non del tutto chiari, nessuno di loro ha mai mancato di pulire l’obiettivo prima di morire. Altruismo? O qualcosa che sfugge a chi rimane sottoterra? Lo sceriffo Holston ha un motivo in più per domandarselo. Tre anni prima quella lente l’ha pulita sua moglie Allison, che è voluta salire in superficie sospettando chissà quale complotto, quale segreto, giurando che avrebbe scoperto la verità e sarebbe tornata da lui. Ma Allison invece non è più tornata indietro. E ora Holston ha deciso di andarla a cercare. Fuori dal Silo, in superficie…

Estate 2011. Riparatore di tetti, antennista, disoccupato. La traiettoria di vita del 36enne Hugh Howey non promette nulla di buono. Voglia di lavorare non ne ha granché, è uno dei tantissimi a cui “piacerebbe scrivere”, ma il breve romanzo di Fantascienza che ha pubblicato un paio d’anni prima con una piccolissima casa editrice ha venduto solo qualche decina di copie. A tempo perso, pubblica un breve racconto con il sistema Kindle Direct Publishing. Dopo 3 mesi, 1000 download a 0,99 $ l’uno. Non male, ma niente di che. Scrive un secondo racconto, un sequel. Dopo altri 2 mesi i download sono diventati 10.000. Cazzo. Scrive altri capitoli della serie, brevi e numerosi e invece che a 0,99 li prezza 3,99 $. La Saga del Silo è diventata virale, Hugh la pubblica anche su altre piattaforme per e-reader “non Kindle”. Nel 2012 gli ebook di Wool sono quelli con la media-voto più alta da parte dei clienti di Amazon (4,8) e contano quasi 3000 recensioni su Goodreads: mah, per quello che vale… penserete voi. Ve lo dico io, quanto vale. Howey a un anno dall’aver pubblicato online un esile raccontino si ritrova a guadagnare circa 40.000 $ al mese. È corteggiato da editori che gli fanno offerte a sei cifre e cede per circa mezzo milione di dollari (!) i diritti “cartacei” al gigante Simon & Schuster continuando per un anno (caso unico nella storia) a incassare personalmente il 70% delle royalties digitali. Per dirne una, quando Amazon ha dedicato la sua “offerta lampo Kindle” a Wool (il primo volume omnibus) abbassandone il prezzo a 1,99 $ in 24 ore ne ha vendute più di 20.000 copie. La 20th Century Fox intanto acquista i diritti cinematografici della saga per una cifra che ignoro, ma di certo non trascurabile. Morale della favola? Si tratta di uno degli episodi più spettacolari della corsa allo “scrittore indipendente che pubblica online” che ha contagiato le major editoriali anglosassoni negli ultimi anni. Il tutto per un romanzo distopico gradevole ma non memorabile, che parte da ottime (ma non geniali) premesse e le annacqua in un plot troppo lento, frammentario e dilatato. Lo ammetto, dietro agli ultimi due difetti non c’è una scelta artistica ma ragioni strutturali/commerciali (vedi sopra). Ma comunque avrebbe giovato “asciugare” la trama del volume unico.