
Datemi un pizzicotto, dice Zainab. Sto venendo davvero a vivere qui? Densua, la sua migliore amica, vive già da tempo a New York; e adesso, dopo tre ore di macchina da una sonnacchiosa cittadina del New England, a bordo di un RAV4 scassatissimo (e pieno fino all’orlo) di proprietà della sua compagna di viaggio, Mary Grace, ecco arrivare anche lei nella città più eccitante del mondo! La città che non dorme mai; la città che ti fa innamorare, ma soprattutto, la città dove qualunque sogno si realizza. E Zainab è qui perché desidera con tutto il cuore diventare illustratrice: a settembre comincerà il suo master alla SVA, la School of visual arts, e per allora dovrà farsi venire in mente un'idea geniale da presentare. L’aria è calda e pesante, il traffico un delirio, ma a Zainab non dà fastidio. Mary Grace le piace - a parte la sporcizia della sua macchina - e il viaggio condiviso è filato liscio. Le è costato venticinque dollari, cinque sopra la media, visto il trasporto delle sue due valigie grandi. Con la promessa di sentirsi qualche volta, Mary Grace lascia Zainab davanti a quella che sarebbe diventata la sua casa per i tre mesi a venire, scovata tramite un annuncio su Craiglist; è proprio come la casa de I Robinson… chissà se la sua stanza sarà spaziosa come quella di Vanessa, con un grande letto e una poltrona. Il sogno si infrange quando Mister Thomas, il padrone di casa, le apre la porta e, dopo averla scrutata con diffidenza, la fa accomodare in soggiorno. C’è odore di muffa e urina di gatto (lo stesso gatto che le zompa subito in braccio e cerca di affondare le unghie nei suoi jeans) e la polvere è depositata a strati sulla mobilia. A Zainab comincia a prudere il naso. E la sua presunta camera non si presenta meglio. Come potrebbe trarre ispirazione per i suoi disegni, o invitare un ragazzo a salire in un tugurio così lurido, con un bagno la cui vasca si presenta rivestita da una misteriosa patina giallastra? Insomma, niente brownstone in stile Robinson. Si comincia proprio bene! Non rimane che chiamare zio Ali, che ha una casa enorme nel Bronx; magari un posticino a costo zero per sua nipote lo trova. A Mister Thomas dirà che è allergica al gatto - il che non è del tutto falso - e che non se ne fa più niente. Comunque, pare impossibile, ma nemmeno la casa dello zio Ali profuma di buono (olio di palma rancido e mais fermentato, per l’esattezza), e poi non è nemmeno così grande come suo zio aveva sempre lasciato intendere. La zia Emefa, moglie di Ali, accoglie Zainab col broncio; così come i suoi due cugini adolescenti, Dzifa e Ibrahim, del quale è destinata a prendere il letto. Non voleva certo scacciare suo cugino dodicenne dalla sua camera, ma per ora, dimorare nel Bronx sembra la soluzione migliore. Adesso non rimane che mettere a tacere quelle fastidiose voci di donna nella sua testa: con i loro commenti non le hanno dato tregua per tutto il viaggio in macchina, e ora continuano a seccarla… ma chi sono? Sta forse diventando pazza?
Nel giugno 2006 Ayesha Harruna Attah, nativa del Ghana, considerata tra le scrittrici più promettenti della narrativa africana odierna, approda a New York appena ventenne carica di sogni e di belle speranze, proprio come la frizzante Zainab, protagonista di questa storia e, ovviamente, suo alter ego. Divisa tra la voglia di divertirsi, e perché no, di trasgredire un pò, e quella di seguire le regole imposte da sua madre e dalle sue antenate (tre grandi rompiscatole dall’oltretomba, le vocine sono proprio loro), la giovane protagonista è a caccia di se stessa e della propria identità: la location newyorkese rende la ricerca più stimolante non c’è dubbio, ma sin dalle prime battute si capisce che non è proprio tutto come ne I Robinson o in Sex and the city, a cominciare dalle case che, per una ragazza con il conto in rosso, non sono esattamente loft da sogno al profumo di lavanda. La città, sin dalle prime battute sembra voler riportare la nostra eroina coi piedi per terra, smorzando la sua euforia; ma Zainab è giovane, positiva e affamata di vita: cerca la sua prima camera in affitto nella quale sentirsi a proprio agio; cerca la sua prima grande ispirazione come illustratrice. Cerca il suo primo grande amore, con il quale perdere finalmente la verginità. Insomma, è tutto un susseguirsi di innumerevoli, eccitanti prime volte. Il libro è gradevolissimo, la scrittura brillante e sciolta, e noi lettori accompagniamo volentieri Zainab in giro per la città tra feste, incontri, sbronze, delusioni, pianti e risa… anzi, vorremmo tanto essere al suo posto, fare le valigie e tornare indietro ai nostri vent’anni, quando i sogni erano a portata di mano e superare gli ostacoli un gioco da ragazzi. E le vocine? Beh, le antenate tanto rompono, tanto sono preziose, in definitiva: Zainab saprà farne buon uso, sia a livello pratico che emotivo, perché si sa, non si arriva da nessuna parte se non si ha ben presente da dove si è partiti.