
Zorro è un uomo di strada. Un senzatetto che ama trascorrere il suo tempo camminando nei luoghi più loschi della città a tutte le ore del giorno e della notte. Talmente curioso e indisponente da divertirsi a osservare la gente per ore. Ma non tutti, solo le persone che gli sembrano particolarmente interessanti e degne della sua attenzione. Il suo gioco preferito è infatti proprio quello di provare a immaginare chi e che cosa si nasconda dietro quei volti. A dar loro una vita e una storia, lui che una vita e una storia ha cercato di lasciarsele alle spalle. Ma Zorro non è sempre stato un barbone: la sua esistenza è trascorsa serena fino a quando in una calda giornata estiva non aveva inavvertitamente investito con la propria macchina Mario, l’aiutante del benzinaio vicino a casa. Poi l’agonia del ragazzo in ospedale, e dopo qualche giorno la telefonata alle sette e trenta del mattino da parte della questura che annunciava la morte del giovane. Zorro da allora cade in un forte stato depressivo che lo induce a lasciare il lavoro. Le sue giornate incominciano a diventare sempre più grigie e monotone, il suo carattere sempre più taciturno e collerico. L’unica compagnia che accetta è quella del cane del defunto...
Un testo agile e veloce, solo 66 pagine introduzione inclusa, scritto in toni decisi e con un lessico ‘forte’, diretto, per certi versi tagliente, che lascia ben poco spazio all’immaginazione e alla fantasia. Talmente realistico e sincero da rendere facilissimo immedesimarsi nel protagonista. Merito della straordinaria capacità di Margaret Mazzantini di dare in pasto ai suoi lettori un personaggio divertente e irriverente, ora romantico e malinconico, ora più graffiante e violento. Un uomo che nonostante possieda l’amore di una bellissima donna decide di lasciarsi andare. Di crearsi su mondo tutto suo. Un mondo interiore che l’autrice cerca di cogliere in tutte le sue sfumature con un sentimento accorato che non sfocia mai nel ridicolo e tanto meno nel sentimentalismo, nemmeno quando il legame amoroso tra Zorro e la sua fidanzata incomincia a rarefarsi sempre più fino a spezzarsi, e l’atmosfera che aleggia nell’aria tocca il picco della più nera disperazione. Zorro è un immaginario attore su un altrettanto immaginario palcoscenico che con i suoi malinconici monologhi cerca di attirare l’attenzione di chi gli passa accanto, anche se per un solo rapido istante. Un attore che nella realtà ha il volto, le smorfie e il fisico di Sergio Castellitto, marito di Margaret Mazzantini, che ha portato in scena questo testo nei più importanti teatri italiani, riscuotendo ovunque applausi e consensi.