
David Caine, professore di Statistica e incallito giocatore d'azzardo, è costretto a lasciare l'insegnamento a causa di una grave forma di epilessia che non risponde a nessuna delle cure conosciute: disperato, si sottopone come cavia ad una terapia sperimentale. Una sera al tavolo da poker Caine perde una forte somma e si trova indebitato con dei mafiosi russi. Nel frattempo la spietata killer doppiogiochista della CIA Nava viene incaricata di spiare uno scienziato che sta conducendo ricerche sulla previsione del futuro...
Di romanzi impreziositi di citazioni del Principio di indeterminazione di Heisenberg e di matematica del caos cominciano ad essercene molti, in giro. Mancava ancora all'appello (a meno che qualcosa non mi sia colpevolmente sfuggito, nel qual caso faccio ammenda sin da ora) un romanzo che facesse riferimento a dottrine deterministiche. E' l'indeterminismo l'approccio di riferimento della scienza dell'ultimo mezzo secolo: fisica quantistica, probabilità, caos e così via. Ma se avessimo imboccato la strada sbagliata? Se avesse ragione Laplace? Il matematico francese del XVIII secolo sosteneva che se l'uomo fosse in grado di calcolare tutti i fattori fisici coinvolti in un evento potrebbe prevederlo con una precisione del 100%, perché ogni oggetto è sottoposto alle leggi della fisica newtoniana, che sono assolute. Il fatto che l'uomo non riesca a calcolare tutti i fattori non significa che gli eventi siano regolati dal caso. Secondo i deterministi non esiste nulla di incerto: tutto ciò che succede è conseguenza di una causa precedente, anche se noi non la conosciamo. La teoria di Laplace, contenuta nel Saggio filosofico sulla probabilità, è talmente controversa da esser stata definita 'il demone'. Laplace scrive tra l'altro: "Un'intelligenza che, per un dato istante, conoscesse tutte le forze da cui è animata la natura e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono (...) abbraccerebbe nella stessa formula i movimenti dei più grandi corpi dell'universo e dell'atomo più leggero: per essa nulla sarebbe incerto e l'avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi". Assomiglia a Dio... Nel romanzo di Fawer il determinismo ha la freschezza della novità, malgrado la teoria sia vecchia di 300 anni. E' una teoria in un certo qual modo rassicurante, che fa forza sul nostro innato bisogno di ordine, è una teoria che presuppone una realtà molto diversa da quella che abbiamo imparato a conoscere da adulti, e ricorda viceversa quella che immaginavamo da bambini. L'autore parte da questa scelta provocatoriamente anacronistica (sarebbe un po' come se si abbandonasse Darwin per rispolverare il creazionismo, se mi si passa il paragone) per tratteggiare un complesso thriller ricco di personaggi tutti ugualmente importanti, che convergono pagina dopo pagina verso il catartico finale. Il ritmo è cinematografico (e non serve essere l'essere onnisciente immaginato da Laplace per capire che arriverà ben presto un film tratto dal romanzo), con una saggia alternanza di teorie fisiche e sparatorie, lo stile piano e disinvolto anche se si tratta di un romanzo d'esordio. Ennesimo riuscitissimo esempio della forma di entertainment colto che domina la narrativa americana in questi anni, Improbable (perché non tradurre il titolo? Bastava aggiungere una i) è tra l'altro un libro molto importante nella storia dell'editoria italiana, perché rappresenta l'esordio della casa editrice Feltrinelli nel settore dei bestseller hardcover, finora trascurato per scelta strategica.
Di romanzi impreziositi di citazioni del Principio di indeterminazione di Heisenberg e di matematica del caos cominciano ad essercene molti, in giro. Mancava ancora all'appello (a meno che qualcosa non mi sia colpevolmente sfuggito, nel qual caso faccio ammenda sin da ora) un romanzo che facesse riferimento a dottrine deterministiche. E' l'indeterminismo l'approccio di riferimento della scienza dell'ultimo mezzo secolo: fisica quantistica, probabilità, caos e così via. Ma se avessimo imboccato la strada sbagliata? Se avesse ragione Laplace? Il matematico francese del XVIII secolo sosteneva che se l'uomo fosse in grado di calcolare tutti i fattori fisici coinvolti in un evento potrebbe prevederlo con una precisione del 100%, perché ogni oggetto è sottoposto alle leggi della fisica newtoniana, che sono assolute. Il fatto che l'uomo non riesca a calcolare tutti i fattori non significa che gli eventi siano regolati dal caso. Secondo i deterministi non esiste nulla di incerto: tutto ciò che succede è conseguenza di una causa precedente, anche se noi non la conosciamo. La teoria di Laplace, contenuta nel Saggio filosofico sulla probabilità, è talmente controversa da esser stata definita 'il demone'. Laplace scrive tra l'altro: "Un'intelligenza che, per un dato istante, conoscesse tutte le forze da cui è animata la natura e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono (...) abbraccerebbe nella stessa formula i movimenti dei più grandi corpi dell'universo e dell'atomo più leggero: per essa nulla sarebbe incerto e l'avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi". Assomiglia a Dio... Nel romanzo di Fawer il determinismo ha la freschezza della novità, malgrado la teoria sia vecchia di 300 anni. E' una teoria in un certo qual modo rassicurante, che fa forza sul nostro innato bisogno di ordine, è una teoria che presuppone una realtà molto diversa da quella che abbiamo imparato a conoscere da adulti, e ricorda viceversa quella che immaginavamo da bambini. L'autore parte da questa scelta provocatoriamente anacronistica (sarebbe un po' come se si abbandonasse Darwin per rispolverare il creazionismo, se mi si passa il paragone) per tratteggiare un complesso thriller ricco di personaggi tutti ugualmente importanti, che convergono pagina dopo pagina verso il catartico finale. Il ritmo è cinematografico (e non serve essere l'essere onnisciente immaginato da Laplace per capire che arriverà ben presto un film tratto dal romanzo), con una saggia alternanza di teorie fisiche e sparatorie, lo stile piano e disinvolto anche se si tratta di un romanzo d'esordio. Ennesimo riuscitissimo esempio della forma di entertainment colto che domina la narrativa americana in questi anni, Improbable (perché non tradurre il titolo? Bastava aggiungere una i) è tra l'altro un libro molto importante nella storia dell'editoria italiana, perché rappresenta l'esordio della casa editrice Feltrinelli nel settore dei bestseller hardcover, finora trascurato per scelta strategica.