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Clandestini

Clandestini
In mezzo al Tevere, al centro di Roma, c'è una piccola isola sulla quale la vita degli umani scorre tranquilla e soprattutto ignara della grande metropoli sotterranea, affollata e ben organizzata, che vive proprio lì sotto, nelle viscere della terra: la città degli animali. Qui approdano, reduci da diverse, drammatiche fughe i tre protagonisti della storia: B54, una cavia; Pepe, un cincillà; Filippo, un furetto. B54 è fuggito da un laboratorio nel quale gli umani tengono prigionieri gli animali per compiere esperimenti tutti inutili e tutti crudeli. Pepe ha viaggiato clandestinamente in aereo per sbarcare in Italia alla ricerca di suo padre. Filippo è un raffinato furetto domestico abbandonato dai padroni. I tre, quando per caso si incontrano, scoprono di avere una cosa in comune: la disperata necessità di trovare un rifugio e cibo per sfamarsi. Nella città degli animali, governata da Ottavio, vecchio re saggio e pacifico, vengono ospitati con generosità. Ma anche qui, così come nelle città umane, vivono traditori e infami, e i nostri tre protagonisti si troveranno coinvolti in un crudele complotto che mira a sovvertire il regno del buon Ottavio colpendo i suoi discendenti, a partire  dal figlio Tito, “il Libertador”, profeta di uguaglianza e di pacifica convivenza tra tutti gli animali.
Il romanzo si propone con tutta evidenza un obiettivo educativo: trattare il tema dell'uguaglianza e fare emergere  il valore della diversità. La metafora di una società animale ben organizzata e migliore di quella umana costituisce l'idea portante della storia, idea che, però, talvolta si perde e si diluisce nel corso della lettura a causa di divagazioni, descrizioni o incisi non essenziali allo svolgersi della vicenda. Un elemento decisamente disturbatante è poi l'uso frequente di segni di punteggiatura inutilmente sovrabbondanti (tre punti esclamativi di seguito, così: !!!; oppure tre interrogativi, così: ???; o anche un misto dei due tipi: ??!!!). Peccato.