
Jude è ormai diventata il braccio destro di re Cardan. Forte della sua spada, indenne agli incantesimi e con il potere di comandarlo per altri sei mesi e un giorno, deve solo attendere per portare a termine il suo piano: quando il suo fratellino Farnia sarà pronto a salire sul trono lei avrà compiuto il suo dovere. Il nuovo re poltrisce indolente sul suo trono di spine dopo l’ennesima notte di eccessi e follie magiche, e presto la sua gemella Taryn sposerà Locke. Una mortale e un elfo, come fu per sua madre Eva con Madoc, uniti fino al triste epilogo che ha portato lei e le sue sorelle a vivere tra gli Elfi. Jude si chiede se quel matrimonio sia una buona idea, combattuta tra il rancore e la preoccupazione per Taryn a cui non rivolge ormai parola da mesi. Le sembra impossibile che proprio lei l’abbia tradita, ma come ha imparato fin da bambina dopo l’uccisione dei suoi genitori, niente è giusto nel Mondo Magico, bisogna solo abituarcisi...
Trame ancora più infide e oscure vengono ordite alla corte del Sommo Re degli Elfi, il suo siniscalco Jude Duarte deve vedersela con intrighi e tradimenti ancora più subdoli, e nuovi nemici si affacciano all’orizzonte: un principe stragicida Balekin detronizzato e imprigionato nella torre, una regina degli Abissi Orlagh in cerca di nuove conquiste sulle terre emerse, un padre Madoc deluso e inferocito dal suo tradimento, ma soprattutto Cardan, il nuovo sovrano verso cui Jude nutre ambigui sentimenti di odio e amore. In questo sequel de Il principe crudele Holly Black non risparmia i colpi di scena, irrobustisce la trama ora saldamente ancorata da vecchi incantesimi alle terre degli Elfi al di là del confine con il mondo dei mortali, e dà maggiore forza ai suoi personaggi centrali, Jude e Cardan, mostrandoci i loro lati più vulnerabili, ma forse trascurando chi vi ruota intorno, Taryn in testa. In aggiunta alla trilogia che termina con The queen of nothing (non ancora edito in Italia), esistono due volumi complementari: uno chiarisce meglio la natura e i comportamenti di Taryn, che rimane altrimenti nell’ombra e i cui atteggiamenti restano spesso inspiegabili, l’altro è un racconto incentrato sulla figura di Cardan, la cui infanzia e natura crudele viene raccontata in maniera approfondita. Una cosa rimane certa: chi ha imparato ad approcciare gli Elfi leggendo Tolkien metta da parte onore, valore e buoni sentimenti, i Sangue Turchino della Black non sanno dove stiano di casa! E in attesa del capitolo conclusivo risuona minaccioso un ammonimento: mai fidarsi delle genti del Mondo Magico. Mai.