
2013. Rose Allington lavora in un anonimo negozio di abiti di seconda mano nel Lincolnshire, Regno Unito. Inaspettatamente riceve la visita da Max Black, attore e regista di fama mondiale, di cui è stata guardia del corpo e amante in una vita precedente, fino a quando, nel 2005, ha “fatto la muta”, ha cioè cambiato pelle. Nel mondo, tutti fanno la muta ogni sette anni e, di volta in volta, le persone perdono ricordi, emozioni ed amori, ma si continua a vivere come si stava facendo, rassegnandosi a quest’esistenza. Per Rose, la situazione è ben diversa: la sua muta non ha cadenza fissa e comporta per lei una necessità patologica di allontanarsi e distaccarsi da tutto ciò in cui era coinvolta fino a quel momento, ripartendo da zero. Max Black appartiene a un passato che Rose pensava di aver messo da parte, ma non è così. La richiesta del suo vecchio datore di lavoro e amante è molto semplice: vuole che lei indaghi su un furto di pelli che lui ha subito a casa sua. Le pelli sono di Max e lui ci tiene moltissimo ed erano rinchiuse all’interno di una cassaforte protetta da un sistema di sicurezza progettato e perfezionato da Rose in persona...
Nel corso della storia della letteratura, la domanda “Cosa si è disposti a fare per non perdere l’amore della propria vita?” ha ispirato tanto le più grandi opere mai scritte quanto romanzi e racconti finiti nel dimenticatoio dopo appena una fugace stagione editoriale. A tentare di rispondere a questo quesito esistenziale – al quale non è ancora stata trovata una risposta definitiva e che, probabilmente, una risposta definitiva non l’avrà mai – si aggiunge ora l’autrice anglosassone Aliya Whiteley con La muta (intesa come il rinnovamento della pelle, non come una donna che non è in grado di parlare), opera nominata per il British Fantasy Award nel 2019. Ambientato tra Londra e alcune contee del Regno Unito, ha una trama originale (l’idea della rigenerazione della cute è geniale), uno sviluppo della stessa lucido, limpido e vivace, che non stanca, e degli accorgimenti che rivelano uno studio preparatorio non indifferente (ad esempio: Rose parla di sé stessa in terza persona in riferimento alle sue pelli precedenti). Fusi ne La muta, questi elementi danno vita anche a dei personaggi (Rose, Max, Petra, Phineas, gli Stuck Six) interessanti da incontrare, ciascuno unito con l’altro da un diverso tipo d’amore e che dell’amore ha una visione ben precisa: sano o malato, monogamico o poligamico, possessivo o aperto, tossico o puro.