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Sono contenta che mia mamma è morta

Sono contenta che mia mamma è morta

Il mondo dello spettacolo è fatto di luci e sfarzo. I colori sono pop e ogni cosa è amplificata: nel bene e nel male. Tuttavia, quando un abitante di questo mondo scintillante si ritira nella sua intimità, che cosa vede? Quale lato della sua vita è il più reale? Jennette McCurdy non dà una risposta rosea a questa domanda tanto intima. Il suo debutto nella serie televisiva iCarly nei panni di Sam Puckett non ha solo aperto l’accesso ad un mondo esclusivo ed agognato da ogni teenager, ma anche ad una realtà di terrore. Eppure la mamma è così felice. Ha lavorato tanto per far sì che Jennette avesse le prime audizioni, i primi ruoli da comparsa ed ora, finalmente, un ruolo da co-protagonista che la legherà profondamente al pubblico infantile. Una parte di lei resterà bambina per sempre e nulla potrebbe rendere la mamma più felice. Quando il seno ha iniziato a spuntare ed è arrivato il primo ciclo mestruale, Jennette ha potuto leggerle la delusione negli occhi: la bambina stava crescendo senza il suo permesso. Anche adesso però la mamma ha la risposta e si compone nell’inebriante accostamento delle parole ‘restrizione’ e ‘calorica’. Meno calorie introduce, più il ciclo arriva lentamente e più il suo corpo torna ad essere quello di una ragazzina. La mamma pensa ad ogni cosa, persino ai suoi capelli. Quando li lava da sola per la prima volta, a 18 anni, Jennette si trova in tournée per promuovere il suo primo disco e, inutile dirlo, è un disastro. Quando le foto della sua chioma arruffata finiscono sulle riviste e la mamma le vede si infuria. Come può deluderla così, dopo averla vista dare tutta la sua vita per il suo successo? La mamma non deve venire delusa. Altrimenti, Jennette lo sa: il cancro tornerà e stavolta vincerà...

Jennette McCurdy è nata a Long Beach nel 1992 ed è diventata una star del piccolo schermo grazie alla serie tv per bambini iCarly, targata Nickelodeon. Interpreta una ragazzina ribelle, irriverente e scontrosa che ha sempre la battuta pronta. Una vera forza della natura. La realtà, tuttavia, non potrebbe essere più diversa. Dietro il personaggio, si nasconde una persona dall’animo frammentato. La mamma di Jennette, scomparsa per un cancro nel 2013, ha sempre sognato che la figlia intraprendesse una carriera da attrice. La sua intera vita è stata dedicata a questo obiettivo che, tuttavia, la piccola Jennette non aveva affatto prefissato per sé stesa. Eppure, la paura di deludere sua madre diventa il suo peggior incubo, inducendola ad assecondare le volontà materne con tutta sé stessa, instaurando con lei un morboso rapporto di dipendenza ed insicurezza. Se mamma Debra diceva di non mangiare, allora lei non mangiava. Se diceva di non avere amici, allora d’accordo: niente amici. Se sosteneva che Jennette non era in grado di lavarsi il corpo da sola, allora lasciava che fosse la mamma a farlo. Anni di totale assenza di controllo sulla propria vita. Solo con la morte della madre arriva, per quanto sembri orribile, la libertà. Ora Jennette può finalmente comprendere che le attenzioni riservatele erano più simili ad oppressioni che a gesti amorevoli. Esattamente come quelle ricevute dal curatore della serie tv iCarly. La consapevolezza e l’elaborazione del trauma mettono in luce una diramazione di dinamiche causa-effetto trascurate per molto tempo, come i disturbi alimentari, la dipendenza da alcol ed il disturbo ossessivo compulsivo. Sono contenta che mia mamma è morta è il memoir di questi anni difficili e della sua rinascita come donna. È la verità taciuta e nascosta dietro il sorriso stampato sulle riviste. È la risposta alla domanda più difficile: fuori dalle luci della ribalta: che cosa resta? Intima e sincera.