
I non morti vengono scrupolosamente descritti da ogni punto di vista, partendo dalle varie leggende (o anche video girati, o anche foto scattate) sull’argomento, per giungere ad una basilare ricostruzione della filmografia in materia con le differenze tra i vari tipi di zombie ivi proposti, distinti a seconda dell’evento che ha portato alla loro resurrezione (chi per esser stato attirato dai tamburi dei riti vudù haitiani, chi per una propria natura di revenant, chi per esperimento nazista, chi infine per virus o per contaminazione nucleare). In questa carrellata di tipologie di zombie, non vengono disdegnati neanche i giochi di ruolo, le fiction e le serie tv che, soprattutto negli ultimi vent’anni, spesso si sono concentrate sull’argomento, talvolta anche con molto successo come nel caso di Walking Dead. Dopo questa ampia e sfaccettata introduzione sociologico/storico/ filmografica, l’autore si immerge in ambito squisitamente pratico, e abbondano perciò i consigli tecnici su quali armi utilizzare nelle varie possibili situazioni, sull’attrezzatura consigliata, sulle strategie belliche da ritenere di volta in volta più efficaci, esaminate con perizia e specificità degne del comandante di un commando. Residualmente viene affrontata anche l’ipotesi che un ipotetico cacciatore di zombie incontri – e debba perciò essere in grado di fronteggiare – esseri demoniaci differenti…
Questo saggio tra l’ironico, il grottesco, il distopico e l’horror cerca di proporsi quale manuale pratico per cacciatori di zombie (curioso l’insolito utilizzo qui dell’espressione “zombi” senza la e, di solito riservata alle ambientazioni haitiane e ripreso da Lucio Fulci) non sottovalutando alcuno degli aspetti fondamentali che chi si definisca professionista della materia deve conoscere. Nella fantasia sfrenata dell’autore, punto forte di questa trattazione che proprio grazie ad essa riesce a intrattenere e divertire, gli zombi/zombie hanno visto sempre più moltiplicarsi i propri “focolai” dalla Seconda guerra mondiale in poi, (“modello Covid 19”), ed egli si propone disperatamente di aiutare qualsiasi prode cacciatore nel necessario loro sterminio, individuando anche punti forti e deboli di ciascuna delle molte varietà di non morti. Il “punto debole” dell’opera, invece, è quello di non essere esattamente un prodotto per tutti i palati, ma solo per chi frequenta già molto e volentieri l’argomento.