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Una grande storia d’amore

Una grande storia d’amore

È il luglio del 1978 quando a bordo di un traghetto sulla linea marittima Venezia- Pireo Andrea incontra per la prima volta Edith. Lui è un giovane ufficiale, la sua passione per il mare l’ha portato a rifiutare un destino familiare già scritto: la professione di avvocato del padre e i suoi “tre quarti di nobiltà”. Andrea, dopo aver frequentato l’Istituto nautico di Trieste, si imbarca giovanissimo come ufficiale sui traghetti che portano in Grecia merci di inverno e turisti d’estate. Da uomo di mare e sicuro di sé, è abituato a tenere ben saldo il “sestante” della propria vita e, prima di quell’incontro fortuito con Edith, non aveva mai riflettuto sulla possibilità di rivoluzionare un’esistenza apparentemente già programmata nei dettagli: un impiego sicuro, il matrimonio con Erica, conosciuta tra i banchi di scuola, i nipoti da offrire a sua madre come risarcimento per le prolungate assenze in mare. Edith, invece, è una giovanissima studentessa universitaria dall’aria un po’ ribelle e strafottente, rivelata fin dalle prime parole scambiate con Andrea, che di fronte a lei rimane un po’ rigido nella sua uniforme da “capitano”. Da grande idealista è stata spinta a studiare cinese dal sogno di una società egualitaria, come quella descritta nel libretto rosso di Mao. Edith è ostile alle convenzioni sociali o a rigidi schemi comportamentali, ma l’estrema libertà che rivendica anche nei sentimenti tradisce spesso la paura di essere ferita e rifiutata. A quel primo incontro ne seguono altri più o meno casuali, più o meno ricercati, tra le calli di Venezia o in terre sconosciute e sempre più remote: più la geografia li porta lontano, più in realtà le loro anime sono vicine, alla ricerca, non sempre consapevole, l’uno dell’altra. Comincia così un’avventura del cuore che si connoterà come una lunga traversata per mare, in cui si alterneranno un po’ tutte le condizioni meteorologiche possibili e in cui la tempesta più spaventosa e distruttiva giungerà all’improvviso, come “uno tsunami che ti colpisce alle spalle”...

Susanna Tamaro lascia raccontare Una grande storia d’amore ad Andrea: in una sorta di lungo flashback, con continue incursioni nel presente, il protagonista svela a poco a poco i tanti segreti di un’esistenza vissuta senza dare mai niente per scontato. La visione del mondo di Andrea connota ogni particolare e si esprime anche a livello linguistico attraverso frequenti similitudini, raccolte da un’esistenza trascorsa su una nave: maestrale, bora, libeccio diventano metafore di ciò che investe e sconvolge la vita dei personaggi, come in un mare più o meno in burrasca. Grazie alla voce narrante sembra di attraversare realmente i luoghi dell’amore dei due protagonisti: le calli meno frequentate di Dorsoduro e la passeggiata delle Zattere, scenario dei primi incontri; il Lido, dove vivranno gli anni della stabilità; l’isola con la Corsica di fronte, scelta della maturità. Lo spettacolo naturale, privo di finzioni o di mistificazioni, illumina con la sua autenticità l'essenza di questa storia: l’amore gratuito che si esprime nel riconoscere all’altro il diritto alla libertà, anche quando questa imponga di lasciarlo andare per un viaggio molto lontano o addirittura senza ritorno. Così Andrea, tanto sicuro sul ponte di una nave anche durante una tempesta, accetta l’incertezza di camminare in bilico nel vuoto, sospeso tra presente e futuro, indossando “i panni di un funambolo”, pur di rimanere vicino a Edith, anima votata alla libertà. L’amore così concepito, al di là di qualsiasi vacuo sentimentalismo, ha la capacità di vincere i limiti del tempo e di continuare a realizzarsi anche nell’assenza: chi abbiamo amato può essere riconosciuto, come scriveva Ungaretti, “in ogni docile fibra dell’universo”, in cui ha lasciato i segni del suo passaggio.